Enpals, Siae e dintorni. DI DARIO ASPESANI
In Italia di musicisti non professionisti ce ne sono molti. Spesso, queste persone, di solito semplici studenti o lavoratori in genere, offrono un contributo alla musica molto lodevole, grazie anche a nuove sonorità, nuove canzoni ed altro e, rischiano sanzioni pesantissime, per il semplice fatto, di suonare in un locale GRATIS, senza l’apposita “agibilità Enpals”.
Se poi, per strano caso, prendono anche un rimborso spese, a quel punto, la situazione diventa deleteria. Se non ci fossero state, in tutto il mondo, persone che scrivevano musica per semplice diletto (facendo chiaramente altri lavori) non sarebbero nati generi come il Blues ed il Folk nel nord america. Non sarebbe nato il Son cubano, il Merengue, la Guajira de saloon in centro america e non sarebbe nato il Samba ed il Tango in Sudamerica e perché no il nostro saltarello/tammuriata/tarantella e la grande musica napoletana! Non sarebbero mai esistiti gente del calibro di W. Guthrie, Leadbelly, Compay Segundo, M. Matamoros e tanti altri!
Il fondatore dell'Enpals: NOSFERATU
Mi piacerebbe sviluppare con l’aiuto di altri musicisti un disegno di legge da presentare al ministero competente con due punti saldi:
- netta distinzione normativa tra hobbista e professionista.
- incentivazione per gli hobbisti nella creazione musicale ( da ritenersi come valore aggiunto della cultura moderna) tramite l’abbattimento di tante rotture di coglioni burocratiche.
La camera all'unanimità respinge con le seguenti motivazioni: chi cazzo li mantiene quelli dell'enpals e della siae?
Purtroppo le sanzioni poste in essere ci sono e si rischiano migliaia di euro! Ciò è dovuto al fatto che l’Enpals come tutti gli enti di previdenza del bel paese, sta “raschiando il barile”, e con sistemi di finanza creativa, cerca di accaparrarsi più soldi possibile per gestire quei fantomatici uffici colabrodo del regno d’ Italia. Per le opere pie ci sono appositi istituti e non fatemi la solita morale del cazzo sulla difesa del posto di lavoro please!
Il primo presidente della S.I.A.E. della storia
Per ciò che concerne la S.I.A.E. dico solo una “cosetta”. Un permesso per suonare musica live costa al locale qualcosa in più di 120,00 euro (minimo) e sapete quanto prendete se per caso vi venisse in mente di suonare pezzi vostri (regolarmente depositati alla stessa società): 10,00 max 15,00 euro in totale. E gli altri soldi chi se li intasca? Vi ricordo che la stessa S.I.A.E. oltre a pretendere il “pizzo” su tutto ciò che contenga una benché minima, atavica, insignificante traccia artistica e una quota annuale per ogni “coglione” iscritto (compreso me) lucra su quello stesso permesso in una percentuale variabile tra il 60 e l’ 80% dello stesso!
Come l’ENPALS anche la S.I.A.E. attua sistemi di finanza creativa.
A me sembra una gran cagata, e per dirla tutta, ai cantanti di rango non interessa assolutamente nulla di questa situazione, anche se, (tanti ben pensanti sottospecie di cantautori da strapazzo) dichiarano il contrario.
Non vi siete anche voi leggermente rotti i coglioni???
Non pensate che la cultura e la divulgazione della stessa sia un bene aggiunto per tutti?
Non pensate che spesso gli unici musicisti che scrivono veramente ciò che pensano e lo suonano nel modo che vogliono “cozzano” con gli interessi delle case discografiche?
Non pensate che un artista non si debba “incarcerare” (calcolando che già contribuisce come lavoratore autonomo/dipendente alle finanze del regno) In un quadro del 730?