30 dicembre 2006
   

questo è un classico della "Fania" di P. Rodriguez. E' stato interpretato da tantissime band latine tra cui "La sonora carruseles" ed ultimamente dai "king bongo" (l'album è proprio di quest'anno)

                                      La fania all stars




Micaela

Ayayay Micaela se botó
Bailando mi bogaloo Micaela se pasó
Ayayay Micaela se botó
Que se boto, se boto, Micaela se paso
Ayayay Micaela se botó

Micaela cuando baila
Si señor
El Bogaloo lo arrebata
Cómo no
Micaela cuando baila
Si señor
El Bogaloo lo arrebata
Cómo no
Toda la gente la llama
Si señor
La Reina del Bogaloo

Ayayay Micaela se botó
Que se boto, se botó, se botó
Ayayay Micaela se botó
Y cuando yo bailo con ella 
atrás me dejó
Ayayay Micaela se botó

Cuando yo baile con ella
Si señor
Micaela se botó
Cómo no
Cuando yo baile con ella
Si señor
Micaela se botó
Cómo no
El Bogaloo lo bailó
Si señor
Pues yo sé que ella es candela

Ayayay Micaela se botó
Micaela es una nota bailando bogaloo
Ayayay Micaela se botó
A botado la pelota en tremendo rebulú
Ayayay Micaela se botó
Que se botó, que se botó, que se botó
Ayayay Micaela se botó
El bogaloo bailo y mucho lo gozó


Ay mira Micaela como baila bogaloo
Que bien se ve Micaela 
cuando baila bogaloo
Ay mira Micaela como baila bogaloo
Lo dice toda la gente y lo dice Marilú
Ay mira Micaela como baila bogaloo
Ta' sabrosa Micaela igual que mi bogaloo
Ay mira Micaela como baila bogaloo
Se pasa la noche entera 
bailando mi bogaloo

Ay mira Micaela como baila bogaloo
Ay mira Micaela como baila bogaloo
Ay mira Micaela como baila bogaloo
Ay mira Micaela como baila bogaloo

                                               la sonora carruseles

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icon date 21:42:49 | icon author Dario Aspesani
Era nell'aria l'esecuzione, l'unica incertezza era alba o tramonto. Poi stamane è arrivata la notizia della Reuter che confermava ciò che era in programma. Al Jazzera, come al solito, è stata le tv più trash del regno (impiccagione in diretta con annessa telecronaca); ultimamente stà superando anche la CNN....complimenti! Bravi!
Come dicevo tempo fa per Pinochet lo dico ora per Saddam:  non mi dispiace assolutamente. Ha ucciso centinai di migliaia di persone tra Curdi ed iracheni, quindi....che si aspettava? un hotel a 5 stelle fino alla fine dei suoi giorni???
Il messaggio che cerco di far percepire è il seguente: l'unica vittoria è quella degli "states" per ciò che concerne il controllo del petrolio. L'Iraq ha subito questa guerra, non tanto per il folle Rais che lo governava, bensì, per il fatto che l'Iraq come tanti altri paesi "attaccati" dagli stati uniti decisero tempo fa di cambiate la quotazione del petrolio da Dollaro a Euro, creando, non pochi problemi all'economia statunitense. Questi pseudo "libertadores" in realtà agiscono sempre per secondi fini, sbattendosene, letteralmente i "coglioni" dalle cazzate che troppi imbecilli creduloni, scambiano per concetti assoluti inerenti alla LIBERTA'. Ma quale libertà: uno basta che dice questa parola, forse la più abusata del mondo per diventare un "unto del signore" (qualche politico ha detto anche questo e vi lascio immaginare chi...).
La differenza tra Saddam e Georgino Bush è data solo dal paese di appartenenza, null'altro. Due persone identiche, però, chiaramente Giorgino (l'amico george di berlusconi) dalla sua ha il potere e i mass-media e, al giorno d'oggi, è la prima cosa che conta.
Sia chiaro, dico queste cose e non sono ne comunista ne antiamericano! Sono OBIETTIVO.
Purtroppo in Italia, se dici qualcosa contro la normale opinione pubblica dei mass media, degli statunitensi o del centro destra italiano, o di qualche suo protetto sei comunista, rivoluzionario ecc. ecc.
No. Assolutamente no.
Saddam raggiungerà presto il suo amico Pinochet...all'inferno: solo andata....e penso che tra un pò toccherà anche a Fidel...
(sempre che non sia già morto....),ma.... questa è un'altra storia...








war is over....speriamo....anche perchè ormai agli states è rimasta solo la Cina....

p.s. Tanti anni fa Saddam e gli states erano culo e camicia! Gli states erano anche grandi amici del dittatore cubano Batista e del giovane Fidel Castro appena insediato. Gli states inviarono armi ai Mujaeddin afghani che combattevano contro l'U.r.s.s., ed erano amici, inviavano anche dei rangers e dei marines ad addestrare i TALEBANI! Non sto dicendo cazzate!!!! Documentatevi! Gli stati uniti appoggiarono il golpe in Cile del 11 settembre 1973, gli stati uniti hanno rifugiato i golpisti del 2001 di Chavez in Venezuela!!!!!
gli stati uniti......gli stati uniti....si proprio quelli di staten Island, della statua della libertà, del giorno del ringraziamento, Kissinger, Nixon, la Cia!!!!!!!!!!!!!
buon anno amici
 
Categorie: Politica estera
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icon date 16:08:41 | icon author Dario Aspesani
 

 

Dal gennaio 2005 al dicembre 2006 abbiamo avuto migliaia di visite. Centinaia e centinaia sono gli amici che visitano il mio Blog giornalmente. Grazie a Tutti voi!

Vorrei ringraziare, oltre agli “utenti” Italiani, tutte quelle persone che visitano il Blog dall’estero ed in particolare ci risultano pervenute molte visite dai seguenti paesi:

 

Francia


Israele

Grecia


Perù


Olanda


Gran Bretagna


Germania


Spagna


 

 

Grazie di Cuore a tutti voi. Buon 2007! 

Dario

 

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icon date 15:05:41 | icon author Dario Aspesani
26 dicembre 2006
A CURA DI DARIO ASPESANI (le fonti come al solito sono poco attendibili, è ho cercato di fare un "collage" tra le varie a mia disposizione tratte da: Ansa, Tgcom, Repubblica, Libero, Unità, Manifesto, Sole24, Foglio)



Scaramella è stato arrestato appena tornato in Italia, e, tradotto al carcere di Regina Coeli.Dall'ordinanza di arresto, avvenuto il 23 dicembre, per l'ex consulente della Commissione d'inchiesta Mitrokhin si apprende che Scaramella avrebbe calunniato un ex agente del Kgb accusandolo di preparare attentati in Italia e indicando dove trovare le armi. Ciò allo scopo di accreditarsi presso la stessa Commissione. Mario Scaramella, l'ex consulente della Commissione di inchiesta Mitrokhin, avrebbe calunniato una sua ex "fonte", una persona da cui attingeva informazioni nell'ambito della sua veste istituzionale, un ex agente del Kgb, da lui accusato di avere in progetto la preparazione di attentati in Italia. Attentati che avrebbero avuto come obiettivo lui stesso e il presidente della Mitrokhin Paolo Guzzanti. Lo si evince dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma, Guglielmo Muntoni, su richiesta del pm della capitale Pietro Saviotti, per l'ipotesi di reato di calunnia aggravata e continuata.
Secondo la procura di Roma quelle attività, in particolare le accuse all'ex agente ucraino di preparazione di attentati, sarebbero state parte di un disegno di Scaramella per accreditarsi presso la commissione Mitrokhin.Scaramella raccontò ai poliziotti del Commissariato 'Dante' del capoluogo partenopeo, di essere in rapporti con Aleksandr Litvinenko, l'ex colonnello dell' Fsb morto a Londra per avvelenamento da polonio, e con Euvgenij Limarev del Svr, un servizio di sicurezza ucraino. Scaramella parla di un ex ufficiale del Kgb, Aleksandr Talik, che a suo dire avrebbe progettato un attentato nei suoi confronti. L'ex consulente della Mitrokhin parla anche di un pericolo per il presidente della Commissione, Paolo Guzzanti, spiegando dell'arrivo in Italia di armi che sarebbero dovute servire ai servizi segreti russi e ucraini per compiere l'attentato. Armi di cui Scaramella fornisce dettagli, parlando ai poliziotti di "un lanciagranate Rpg e il relativo munizionamento" e anche della data di arrivo, il 16 ottobre del 2005 a Napoli. Un furgone, si apprende dall'ordinanza, viene effettivamente trovato poi dalla polizia a Teramo con a bordo due granate Rpg non utilizzabili, perché prive dell'innesco. Scaramella rivela poi l'esistenza di un altro deposito di armi a Napoli, dove erano custoditi fucili a pompa, numerose pistole e munizioniNell'ordinanza si accenna anche alla raccolta di informazioni su Romano Prodi, e sulla sua presunta "coltivazione" da parte del Kgb.
La maggior parte delle informazioni raccolte sull'ex consulente poi sarebbero state fornite dalla Commissione del Senato con la quale l'uomo collaborò. Ma proprio alla Mitrokhin, avrebbe palesato "'infedeltà" proprio nel fornire alcune notizie risultate infondate per accreditarsi nel suo ruolo di consulente…. (praticamente lo Scaramella è stato abbandonato dai suoi stessi camerati)....continua


Fine Terza parte.

Categorie: Politica estera
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icon date 17:35:32 | icon author Dario Aspesani
   A CURA DI DARIO ASPESANI

James Brown, 73 anni, è morto nella notte di Natale all'Emory Crawford Long Hospital di Atlanta dove, colpito da polmonite, era stato ricoverato il 24 dicembre.
L’agente di Brown, Frank Copsidas, ha precisato che le cause del decesso sono ancora da appurare. Nelle ultime settimane aveva cancellato varie date del suo ormai ultimo tour, ma ancora due giorni fa parlava di tornare sul palcoscenico il 27.
Nato in una povera baracca rurale del South Carolina, dopo un’infanzia difficile e avventurosa prese a occuparsi di musica negli anni Quaranta.
Appassionato di Gospel sin da bambino - erano le musiche che ascoltava in chiesa - Brown si dedicò in particolare allo Swing e soprattutto al Rhythm & Blues.

È stato, in particolare, negli anni 70, la stella della musica nera statunitense. Negli anni Ottanta era anche divenuto un volto cinematografico, interpretando il ruolo del predicatore nei Blues Brothers e cantando una delle sue canzoni più note Living in America nel film Rocky IV. Alla metà degli anni '50, aveva fondato la sua prima band The Famous Flames e da allora si è dedicato completamente alla musica blues, gospel e swing. Tra i suoi successi, oltre che Living in America, Please, Please, Please e I´m Black and I´m Proud.
James Joseph Brown, conosciuto anche come "Mr. Dynamite", ha inciso più di cinquanta album venduti in milioni di esemplari. Nato in Carolina del Sud da genitori poveri, non ha mai voluto rivelare la sua data di nascita, che oscilla tra il 1928 e il 1933. Fa il raccoglitore di cotone e il lustrascarpe ad Augusta, in Georgia. La prima condanna è a 16 anni, per furto. Ne seguiranno molte altre, anche in anni recenti. In prigione incontra Bobby Byrd ed entra nel suo gruppo gospel per poi associarsi, nel 1952, agli "Starlighters", che diventano i "James Brown and the Famous Flames". Col gruppo ralizza due album Please, Please, Please e Try Me. Nel 1962 registra un disco live all´Apollo di New York: sarà un enorme successo. Nel 1970 raggiunge forse il punto massimo della sua cariera con Sex Machine. I "Blues Brothers" lo chiamano a lavorare nel loro film, dove fa il predicatore e nel 1986 con Rocky IV trionfa il suo Living In America. In tutti questi anni alterna periodi di disintossicazione dalla droga, momenti di creatività e periodi di prigione: traffico di droga, lesioni, evasione, violenza coniugale. Nel 1988 è condannato a sei anni di prigione per aver aggredito dei poliziotti.
Impegnato anche sul fronte politico e sociale - ha condotto diverse campagne per l'educazione dei bambini poveri e si è schierato in molte controversie per i diritti politici e civili - Brown recentemente era stato in prima fila nella battaglia per salvare dalla lapidazione Amina Lawal, la donna nigeriana condannata a morte per aver avuto una figlia senza essere sposata.













descansa en paz.
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icon date 04:01:37 | icon author Dario Aspesani
26 novembre 2006
                                                         A CURA DI DARIO ASPESANI


     

Cari amici, per essere informati su tutto ciò che accade in sudamerica, e sopratutto, sulle nuove tendenze musicali, ci sono a disposizione molti canali satellitari:
cubavision internacional (cuba), venevision continental (venezuela), tv colombia (colombia), tv Chile (Chile), panamericana ecc. Se avete problemi con i ricevitori satellitari ci sono sempre a disposizione i siti web di queste tv.

Eccovi i principali siti:

cubavision : www.cubavision.cubaweb.cu
venevision continental:  www.venevision.net
tv colombia: www.tvcolombia.com
tv chile: www.tvchile.cl
panamericana: www.pantel.com.pe
uruguay:  www.canal4.com.uy


Inoltre la Cnn offre una pagina del suo portale alle notizie del centro-sudamerica al seguente indirizzo:
www.cnn.com/espanol
inoltre in europa possediamo una emittente tv francese che si occupa esclusivamente di musica e cultura latina:
latina tv: www.la-latina.com


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icon date 14:58:10 | icon author Dario Aspesani
23 dicembre 2006

     A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK END (www.caribeweekend.com)




MIGUEL ENRIQUEZ MIGUEL PEREZ RAMIREZ, in arte MIGUEL ENRIQUEZ, nasce a CUBA a Cascorro, un piccolo paese della provincia di Camaguey. Musicista autodidatta comincia a cantare e a suonare nelle feste popolari dove ha formato le radici della sua carriera artistica, a 15 anni compone "OLVIDAME" la sua prima canzone a cui poi seguiranno tantissime altre. Successivamente si trasferisce a La Habana con un gruppo di musica tradizionale, e grazie alla sua innata passione per il canto presta la sua splendida voce a grandi orchestre di salsa come Sonido Caliente, Los Surik e Proposiciones.
Dopo queste esperienze Miguel fonda il Cuarteto Oddara, con il quale suona principalmente musica tradizionale cubana, e si distingue come chitarrista, cantante e compositore di svariati son, guarachas e boleros, e incide un disco chiamato "Cuba Libre". Con questa band Miguel compie un lungo tour attraverso il Messico, Francia, Olanda e Italia dove si trasferisce, dopo aver vissuto per molti anni nella capitale della Isla Grande, più precisamente in Puglia a Corato in provincia di Bari dove risiede stabilmente dal Febbraio 97.
In Italia è stato il direttore musicale delle orchestre "Cuba Libre" e "Ciclon Cuba Libre", per poi passare alla conduzione del gruppo FUEGO LATINO, con cui ha inciso un CD intitolato "Muevelo", uscito nel 1999, composto da dieci brani quasi tutti arrangiati e scritti dal Miguel dove la sua firma non compare solo su due composizioni.
In una intervista ha dichiarato “Cuba ci sarà sempre nelle mie canzoni e nella mia musica, come ci sarà sempre il mio cuore e la mia passione: credo che non c'è bisogno d'altro…”, a poi aggiunto “il segreto del mio successo è credere in quello che faccio e mettere nella mia musica anima e vita, certamente bisogna avere anche talento e idee nuove. Comunque è il pubblico che ha l'ultima parola, io sono stato premiato e per questo gli sono molto grato”.
Miguel è il cantante Cubano che più ci ha fatto ballare negli ultimi anni, il suo nome nel mondo della musica Latina è associato alla famossima canzone che lo ha portato al successo "ABRE QUE VOY", che nell’intro ripete più volte la ormai celebre frase diventata slogan per tutto il mondo della salsa: "SALSERO SI LLAMAS? ... YO VENGO!".
Nel 2004 Miguel Enriquez pubblica un mini CD auto-prodotto dal titolo “Cubano soy”, che viene distribuito soltanto in promozione agli addetti ai lavori, l’accoglienza da parte del pubblico è immediata, il brano “Abre que voy” diventa un riempista in breve tempo, e la canzone “Cubano soy” arriva al primo posto nella classifica Cubana dell’estate 2004. A stretto giro Miguel pubblica il suo primo album ufficiale “Sacala Sacala”, ottimo disco in stile moderno in cui sono miscelati sapientemente ritmi tradizionali Latini con arrangiamenti allineati alla musica Pop. Di questo disco stupisce la qualità e la dinamicità dei suoni, che nella musica latina solitamente risultano un pochino impastati, in quanto prevale la tendenza a valorizzare indiscriminatamente tutte le sezioni musicali appiattendo così la dinamica.
L’album ‘Sacala Sacala’ si rivelerà in breve tempo una vera e propria fabbrica di Hits. Aperto dal brano che da il titolo al CD, invito di Miguel a ballare la Rueda de Casino, contiene il rmx della fortunatissima “Abre que voy”, la già citata “Cubano soy”, “Pisando fuerte”, ed altre composizioni originali, più due cover, “Un monton de estrellas” e”Como fué”. Il disco raggiunge un record: i 5 singoli estratti sono stati ai primi posto delle classifiche di tutto il mondo. "ABRE QUE VOY", singolo più ballato in Europa tra il 2003 e il 2005, primo in classifica per più di 40 settimane,
"SACALA SACALA" primo in classifica per 20 settimane e "PISANDO FUERTE" per 15, "CUBANO SOY", colonna sonora dell'estate salsera 2004 e una delle canzoni più ballate del 2005 e "OLVIDAME", salsa romantica molto apprezzata in particolare per la sua melodia, il primo brano composto da Miguel all’età di 15 anni.
Miguel Enriquez, nel 2005 pubblica il suo secondo album intitolato “Loco Loco”, è un altro successo discografico. Trainato dalla title track "LOCO LOCO", in cui si fa riferimento ai maggiori ballerini che lavorano in Italia, il CD contiene anche "ESA NEGRA" brano dall'arrangiamento e dal sound molto raffinato che ha ancora una volta conquistato l'approvazione del mondo salsero, soprattutto di quello più esigente ed intenditore. Naturalmente dopo la pubblicazione del disco, come era successo per il precedente, Miguel inizia una lunga tourneé mondiale, che lo vedrà protagonista sui palcoscenici più importanti del mondo salsero. Il 2006 si apre con la pubblicazione del nuovo singolo “Que serà”, in cui si nota la maturazione artistica di Miguel Enriquez, è un brano ricco di musicalità e di fusioni che ricordano le sonorità della Salsa Brava anni ‘70 di Puerto Rico, inno ai grandi che hanno diffuso nel mondo la musica latina.
Miguel Enriquez prima dell’estate pubblica “Reggaeton con Son”, singolo che anticipa l’uscita dell’album, prodotto dalla Orula Records che si chiamerà “Fortissimo!”, prevista per fine anno. Con questo brano Miguel aggiunge un altro tassello alla sua crescita artistica. Dal punto di vista musicale, la canzone è scritta a 4 mani in collaborazione con il maestro Roberto Linares Brown, che ne ha curato anche gli arrangiamenti. Ne è venuta fuori l’ennesima Hit di successo, in linea con quella che è la definizione di Miguel e della sua musica: “trascinatore delle piste da ballo”. In attesa della pubblicazione dell’album “Fortissimo!”, che dovrebbe contenere nel cofanetto anche un DVD, Miguel Enriquez continua la sua attività live, girando per i migliori locali della penisola, proponendo in anteprima i brani del nuovo disco.
Categorie: Musica latina
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icon date 13:11:08 | icon author Dario Aspesani
23 novembre 2006

 

                A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK-END (www.caribeweekend.com)

José Antonio Torresola Ruiz, in arte Frankie Ruiz, nacque il 10 marzo 1958 a Paterson, New Jersey, da genitori di origine portoricana. Fin da piccolo inizia a cantare salsa e presenta un talento precoce che lo porta a contatto con musicisti professionisti. Inizia la sua carriera nella scena locale a l’età di 7 anni e registra a 13 anni, nel 1971 il suo primo disco con La Orquesta Nueva del maestro Charlie Lopez. Nel 1974, all’eta di 15 anni, Frankie va a Puerto Rico con sua madre e con la quale va a vivere nella città di Mayagüez , qui inizia a cantare con i gruppi locali, La Dictatora e La Moderna Vibraciòn. E’ a Puerto Rico che Frankie Ruiz consolida la sua carriera musicale, entrando a far parte nel 1977, a soli 19 anni, della Orquesta La Solucion, nella quale è cantante e co-lider con il maestro Roberto Rivera. Registra 2 dischi, “Frankie Ruiz y La Solucion” uscito nel 1979 e ristampato nel 1996 con il titolo “Salsa Buena” e “La Solucion” nel 1980, che ottiene un enorme successo grazie a brani come “La Vecina”, “Separemos nuestra vida” e “La Rueda”, che consacrano definitivamente il talento di Frankie alla ribalta del mondo salsero.
Nel 1981 Frankie Ruiz debutta con l'orchestra di Tommy Olivencia registrando la canzone "Viajera". A questa produzione discografica si affianca il primo concerto della “Familia TH”, organizzato proprio dalla etichetta discografica TH per promuovere i soui artisti, da cui emersero i successi "Primero fui yo", "La suplicante", "Misteriosa mujer"e "Fantasia de un carpintero". La seconda produzione con l'orchestra di Tommy Olivencia è datata 1983 e porta il titolo di "Tommy Olivencia y su Orquesta" e contiene canzoni indimenticabili come "No que no", "Como lo hacen", "Anita tun tun" e "Como una estrella". Alla fine del 1983 la “Familia TH” organizza il secondo concerto lanciando sul mercato la canzone "Que se mueran de invidia". Il 1984 è l'anno della terza ed ultima produzione con Tommy Olivencia, il disco che si chiama "Otro Aniversario" conteneva i successi "Pancucu", "Lo dudo", "Alejate de mi", e "Te estoy estudiando".
Nell'anno 1986 avviene la grande svolta, Frankie Ruiz incide il primo album come solista dal titolo "Solista pero no solo". Il disco balza subito nei primi posti delle classifiche Portoricane e Latinoamericane con brani come “Ahora me toca ami", "La cura" "Tu con el" e "El camionero" e vince nel 1986 il titolo come miglior disco di musica tropicale ai Latin Music Awards. Il primo lavoro di Frankie Ruiz è uno dei dischi latini più venduti negli anni ottanta, e sancisce l’inizio di una nuova e fresca maniera di interpretare la salsa romantica, che a quell’epoca era chiamata “salsa erotica”.
Il 1987 fu l’anno della consacrazione di questo genere musicale e Frankie Ruiz si consolida come uno degli interpreti più giovani ed esperti, presentando la sua seconda produzione discografica da solista “Voy pa’ encima”, che vende più di 300.000 copie tra Puerto Rico, gli Stati Uniti e molti mercati esteri, facendo diventare Frankie un artista riconosciuto internazionalemente. Canzoni come "Quiero llenarte", "Desnudate mujer", "imposible amor" e "Voy pà encima" furono programmate nelle radio initerrottamente per più di otto mesi. Nel 1987 la rivista americana Billboard lo elegge artista dell’anno nella categoria Tropical Salsa.
La vita di Frankie Ruiz sembrava tutta un sogno, ma come spesso accade dopo il sogno arriva l’incubo, e per Frankie questo è rappresentato dalla sua dipendeza dalla droga e dall’alcol. Fin da ragazzo la combinazione di questi due veleni iniziò a bruciare il suo organismo, e soprattutto il fegato. I problemi giudiziari si sommano ai suoi problemi fisici quando viene arrestato per possesso di “crack” nel giugno 1988, e viene condannato a 14 mesi di carcere. Mentre Frankie è in prigione esce "En vivo a todo color", la sua terza produzione che contiene i successi "Mujer", "Me acostumbré" e "Dile a el" che nonostante tutto vendette più di 200.000 copie. Con questo lavoro, Ruiz mantiene una posizione privilegiata nell'olimpo dei cantanti più amati dalla gente.

Nel 1990 è la volta di "Mas grande que nunca" quarta produzione discografica di Frankie Ruiz, che con questo lavoro raggiunge il numero di copie vendute più alto di sempre, e si susseguono successi commerciali ed artistici. Ma come è già accaduto, nella vita da sogno di Frankie, rispuntano gli incubi della droga e dell’alcol, a cui si sommano i problemi della sua casa discografica “TH”, che passata in mano a vari proprietari diminuisce l’investimento per la produzione e la promozione dei propri artisti. Tutto questo infligge un duro contraccolpo alla carriera artistica di Frankie è lo obbliga ad un momentaneo esilio, che durerà tre anni.
Alla fine del 1992 Frankie Ruiz ritorna sulla scena salsera e presenta la sua quinta produzione, "Mi Libertad", recupera subito il terreno perduto grazie alla spinta dei bellissimi sigoli "Bailando", "Otra vez" e “Mi libertad” che in breve tempo diventano grandi successi, e proprio quest’ultimo, diventerà il manifesto di redenzione e speranza delle centinaia di migliaia di detenuti che affollano le carceri del sudamerica. Nel 1993 esce “Puerto Rico soy tuyo”, ennesimo disco di successo del cantante Boricua d’adozione, in cui Frankie Ruiz ribadisce il suo amore per “La Isla Del Encanto”, terra d’origine dei suoi genitori, che lo ha accolto come un vero figlio.
Nel 1994 la carriera di Frankie Ruiz subisce altri contraccolpi, questa volta dovuti ai continui cambiamenti dei vertici della sua casa discografica “TH”. In quell'anno registrò l'album "Mirandote", che uscì nel 1995, portando al successo i due singoli dal titolo "Mirandote" e "Mi formula de amor". Il 1996 è l'anno del grande ritorno di Frankie, con l'album "Tranquilo", in cui dimostra al mondo intero di essere uno dei piu' completi artisti salseri, regalandoci canzoni che rapidamente si trasformano in grandi successi tra le quali "Tranquilo”, “Complicame”, e “Ironia", e nel 1997 gli viene dato un premio ai Latin Music Awards de Billboard. Nello stesso anno partecipa alla registrazione di un albun con tutti gli artisti della sua etichetta, che nel frattempo e diventata "Rodwen TH", si tratta di un album composto da cover in salsa di grandi successi pop-rock anglosassoni dal titolo "Rodven Machine", in cui Frankie Ruiz registra un omaggio ai Rolling Stones cantando "Satisfaction". La sua ultima apparizione è stata al Madison Square Garden di New York in un concerto dell’undici luglio del ’98.

Il 9 agosto del 1998 mentre si apprestava a registrare la sua ottava produzione discografica da solista, Frankie Ruiz muore. All’età di 40 anni sconfitto dalla droga e dall’alcol soccombe alla cerrosi epatica e si spegne in un ospedale del New Jersey prima di mezza notte circondato dai suoi figli, da suo padre e i suoi fratelli. E’ stato sepolto nel cimitero di Paterson, nel New Jersey insieme ad un suo fratello che era morto nel 1995. Frankie ruiscì solamente a registrare due tracce del suo nuovo album, ed una di queste, "Vuelvo a nacer" è stata subito messa sul mercato dalla "Polygram Latino" in una raccolta dal titolo "Nacimiento y recuerdo". Il brano “Vuelvo a nacer” è considerato il testamento musicale di Frankie Ruiz, in cui saluta e ringrazia per tutto l’amore ricevuto, e si dice pronto a rinascere in una nuova vita. Quello che più impressiona è la serenità che si sente nella sua voce, ormai lontana dalla cristallina chiarezza di un tempo, ma che è ancora capace di emozionare e far piangere. Frankie rimarrà per sempre immortalato nel mondo della salsa per il suo talento e per la sua personalità, le sue canzoni rimarranno per sempre le preferite dalla gente di Portorico e del mondo intero.
Frankie Ruiz se ne è andato.... senza salutare il barrio, quel gruppo di case e strade che formano il Quartiere Latino, dove la gente lo amava veramente, e dove lo avevano soprannominato "el Tartaro", per quel suo modo di vivere la vita molto intensamente e spericolatamente. In una notte di mezza estate, in una stanza d’ospedale del New Jersey il "Papà de la Salsa", ha smesso di lottare contro l’incurabile malattia che gli aveva ormai distrutto il fegato. Piange la gente del barrio ricordando l'artista e l'uomo. Molti di loro ricordano i tempi in cui alla fine di un concerto si intratteneva a bere una birra conversando e rilasciando autografi. Era un uomo semplice e comune, ma incline alle debolezze che possono portare a commettere quegli errori che si celano dietro ad ogni eccesso. L'artista, al contrario, era semplicemente superlativo. Pur se la sua carriera professionale è stata minata da più o meno gravi episodi legati alla sregolatezza, il suo talento è emerso prepotentemente, facendo di Frankie Ruiz il grande artista che oggi ricordiamo.

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icon date 19:14:50 | icon author Dario Aspesani
22 novembre 2006

                                                             A CURA DI DARIO ASPESANI

Hector Juan Perez Martinez, al secolo Hector Lavoe, nacque nel “barrio Machuelo de Ponce” Puertorico il 22 settembre 1946. Verso la metà degli anni ’60 si trasferì a N.Y. lavorando per un breve periodo nell’orchestra del percussionista Francisco “Kako” Bastar incidendo, come cantante corista , il suo primo disco. Era il 1967. Sempre nel 1967 conosce Willie Colon (celebre trombonista) e comincia con lui una stretta collaborazione che lo porterà, sempre nel 1967, ad incidere il suo primo disco da cantante solista dal titolo “El malo”. I due “grandi” producono molti album tra il 1967 ed il 1973 tra cui: “La gran fuga”, “Cosa nostra”, “Lo mato”, “El juicio”.

Il duo, dopo il 1973, temporaneamente e soprattutto amichevolmente si divide. Willie Colon continua ad essere suo produttore mentre Hector è lanciato definitivamente verso la carriera solista. Dal 1975 in poi produce i suoi migliori lavori tra cui: “La voz”.

Da ricordare che, dal 1969 in avanti, l’etichetta newyorkese indipendente “FANIA” iniziò a produrre tutti questi grandi artisti “latini”. Sia Hector che Willie rientravano nei progetti della Fania Records.

Parlare di Lavoe significa per tanti versi parlare della grande etichetta Fania e della salsa portoricana a N.Y. Ad Hector si da oggi giorno il merito di aver “traghettato” la salsa dalla “Isla del’ Encanto” a N.Y. Spesso, il destino di un portoricano che emigrava a N.Y. e decideva di suonare o intrerpretare musica latina, passava per gli studi della Fania Records. Gli intrecci tra i vari musicisti era cosa normale tanto che la Fania organizzava spesso dei concerti per promuovere i suoi artisti e le jam session si chiamavano semplicemente “FANIA ALL STARS”. Personaggi illustri hanno inciso e collaborato con tale etichetta tipo: Ricardo Ray, Bobby Cruz, Pete “El Conde” Rodriguez, Celia Cruz. Willie Colon, Ruben Blades, Ismael Miranda, Cheo Feliciano, Arturo Sandoval e soprattutto Hector Lavoe ed altri.

Da ricordare la più celebre jam session della Fania All stars a N.Y. City nel 1973 soprannominata “El concierto sin final”.

La storia è ormai nota: la Fania cercava di porre in essere un concerto importante a N.Y. per ritemprare, in parte, le sue finanze, dilaniate dal poco successo della musica latina negli States e, per fare ciò, necessitava di un grande evento. Dopo una serie di trattative venne scelto lo Yankee Stadium di N.Y. In quel frangente la Fania Records rischiò di capitolare perché, se non avesse raggiunto almeno 40.000 paganti il tribunale di N.Y. avrebbe posto in essere le pratiche di fallimento. Vennero ingaggiati per l’occasione, oltre a tutti gli artisti Fania, anche il percussionista Mongo Santamaria ed il Sassofonista  Africano Manu Dibango.

 

La Fania All Stars al completo. (1973)

Quella notte, è entrata definitivamente e prepotentemente nella storia della musica di tutti i tempi.

Lo yankee Stadium registrò il “tutto esaurito”. All’inizio della seconda parte del concerto, la folla, in preda al delirio, scavalcò le recinsioni e centinai di persone si ritrovarono sul palco bloccando così il concerto (Da qui il termine “sin final”). Nella registrazione dell’epoca si sentono ancora le urla del direttore musicale “Johnny Pacheco” che chiedeva ai musicisti di interrompere l’esecuzione.

Hector continuò a lavorare fino ai primi anni del 1980. Dopo di chè, ebbe una serie di tragedie familiari tra cui la morte di un figlio, problemi di droga ed il tutto unito ad una notevole perdita di popolarità. Era il 1988, si trovava a Puertorico e li doveva ricominciare la sua carriera musicale. Dopo la sospensione del concerto a Bayamon, Hector, si lancia dal 10 piano dell’Hotel “El condado”. Nonostante l’incidente, che lo renderà parzialmente disabile ed incapace di cantare, non muore e fino all’ultimo anno della sua vita, il 1993, alcuni promotori in cerca di soldi lo presentato nei concerti come ospite senza farlo cantare perché Hector riusciva malapena a parlare.

Nonostante i milioni di dischi venduti Hector Lavoe morì in condizioni economiche precarie nell’ospedale Saint Claire di N.Y. il 29 Giugno 1993.

Hector Lavoe resta per tutto il mondo della salsa e della musica latina in genere “El Cantante”, come la celebre composizione che scrissero per lui.

Ancora oggi, molte sono le occasioni per ricordarlo: film, concerti e tributi in tutto il mondo. Qualsiasi tribute a lui dedicato sui chiude con la frase che amo spesso ripetere e ricordare “Hector Lavoe VIVE”

 

Discografia consigliata:

 

  1. Hector Lavoe – El Sabio  1973 Fania records
  2. Hector Lavoe – La voz 1975 Fania records
  3. Hector Lavoe – Comedia  1978 Fania records
  4. Hector Lavoe – De ti dipende  1976 Fania records

Altre apparizioni di Hector Lavoe si possono trovare in una miriade di registrazioni di artisti a “contratto” Fania tra il 1973 ed il 1980. Oltre a varie incisioni dal vivo con la Fania All Stars.

 

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icon date 14:58:03 | icon author Dario Aspesani
21 novembre 2006
                                                      A  CURA DI DARIO ASPESANI

Una leggenda metropolitana, che popola, le nostre sale da ballo "latine", riguarda l'arcinota dicotomia tra salsa cubana e portoricana.
Debbo porre in essere delle delucidazioni in merito:

1. Si fa molta confusione tra stile di ballo e musica latina
2. Non è detto che la salsa portoricana debba essere più lenta della cubana (anche perchè a Cuba di salsa se ne fa mooooolto poca - infatti i ritmi suonati sono: Son. Timba, Bolero, cha cha, mambo e guaguancò)

Vi ricordo che la grande storia della salsa ebbe inizio  ( a mio avviso) a New York city nel lontano 1966/67 con i dischi di Ricardo Ray intitolati:  Comejen (1966) e Jala Jala y boogaloo (1967) con la collaborazione del cantante Bobby Cruz e del produttore Pancho Crystal. In Venezuela muovevano i primi passi Federico y Su combo Latino, Trabuco Venezolano, Oscar D' Leon, il sexteto Juventud e pochi altri).


Per porre un asse temporaneo, a Cuba, nel 1969 I los Van van suonavano ancora un genere denominato Songo.
In Colombia Fruko non suonava ancora ed a N.Y. andava alla "grande" il mambo cubano di Tito Puente ed il latin jazz in genere.
Nei caraibi ed in sudamerica imperversavano: il bolero, il merengue (che ha quasi 150 di vita), il Tango (Argentina), Il samba (Brasile) ed altri generi tradicional (sottodivisioni del son) oltre alla guaracha, la guajira de saloon nonchè altri generi come  il changuì, l'afro, il sucu sucu ecc. ecc. sia a Cuba, chiaramente, che in altre isole.

In Italia al giorno d'oggi gli stili di ballo sono tre o quattro (tolte le varianti del tempo sull' uno o sul due). Bene, lo stile portoricano, esiste solo in Italia.... ed è un'invenzione dei maestri di ballo nostrani. Se capitate a puertorico vi potrebbero anche - sputare in faccia. In Tutta la latino America la salsa è considerata un ritmo senza troppe regole. Se invece vogliamo imparare dei veri e propri stili potremmo imparare a ballare alla "Cubana", oppure, alla "Venezuelana" oppure il N. Y. style o il L.A. Style. Comunque, in sudamerica ci sono ottime scuole, e spesso, sono quelle scuole di ballo che troviamo per le strade nei "barrios"  o in varie "bettole" dove si suona musica latina  (anche in Italia, però, ne abbiamo di valenti).

Pertanto, tornando al discorso musicale, se vi trovate a ballare un pezzo molto "tirato" e vi dicono che è di un autore cubano, o di  una band cubana, molto probabilmente, state ballando senza accorgervene una Timba oppure un son o addirittura un mambo ma, non una salsa...
Secondo me, però,  i brani di salsa più "tirati" sono e restano quelli portoricani (ma pochi lo sanno perchè confondono la salsa romantica con la stessa portoricana e, fanno "di ogni erba un fascio"). Faccio qualche nome/titolo:  Ricardo Ray - Bomba Camarà, Jose Mangual Jr. - Cuero na ma, Gran Combo de Puertorico - Timbalero.

I miei unici consiglii (oggi sono in vena di darne - prendeteli però con le "pinze") sono i seguenti: ballate per divertirvi, ballate per voi stessi, non fate le "gare" in pista per dimostrarvi più bravi degli altri e sopratutto non andare a ballare per "rimorchiare" perchè potreste scoprire qualche spiacevole realtà.... ma questa è un'altra storia e ne parleremo più in la.

Avete opinioni in merito????


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20 novembre 2006

A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEKEND
                                                   www.caribeweekend.com

Se nel panorama della musica cubana degli anni ottanta , un posto di rilievo lo occupano Josè Luis Cortès e NG la Banda, bisogna dire che la più famosa e conosciuta orchestra cubana sono Los Van Van. Non si può ripercorrere la storia dei Van Van senza prima parlare del suo leader indiscusso il maestro Juan Formell.Proveniente da una famiglia di musicisti incomincia ad avere le prime esperienze come solista nel 1963 fino al 1967 : inizia la sua attività come compositore nel 1964 e fa anche parte per due anni, dal 1967 al 1969 come direttore musicale della mitica orchestra del compianto Elio Revè e nel 1969 degli quegli anni in cui tumultuosi eventi politici coinvolgono la Russia e L' America fonda Los Van Van , da una "costola" della Revè, grazie al patrocinio di alcuni validi elementi che decidono di seguirlo in questa avventura, e, daranno vita a quella che un giovane Formell convertirà in una vero e proprio simbolo per Cuba, capace di fondere ritmi jazzistici con i violini e sempre al passo con i tempi in quanto a "mode " e " tendenze musicali.Poche sono difatti le orchestre che possono vantare a una serie impressionante di fiati e di violini che danno vita a una musica che è sound unico e inconfondibile.

Juan Formell conia negli inizi degli anni 70 uno stile tutto nuovo il SONGO la pura fusione della musica cubana con il jazz , la musica latina, brasiliana , il merengue e da oltre 30 anni la sua band ha un successo strepitoso a ogni latitudine. Nei primi dischi le sonorità si mantengono tra il 'changuì' e il 'songò' (che incopora vari ritmi mischiandosi ad essi come il 'cha cha cha', il 'bolero', il 'danzon', il 'guaguancò'), mentre si sviluppa sempre più in Juan Formell la tendenza ad essere cronista sociale nei testi, che parlano sovente di situazioni e problemi di vita quotidiana e utilizzano il linguaggio della strada.
Nel 1982, avviene una svolta importante, l' inserimento dei tromboni nel disco 'El baile del buei cansado' costituisce una delle tappe di sviluppo del gruppo, gli anni 80 sono di consolidamento del successo con la produzione di ottimi dischi.
L' inizio degli anni '90 con gli album 'Aqui el que baila gana' e 'Azucar' (dedicato alla celebre discoteca messicana), segna,per los van van, un' ulteriore apertura verso i ritmi stranieri ('merengue', 'lambada', 'rap') e vede una importante presenza del sintetizzatore.
Nei dischi seguenti 'Lo ultimo en vivo' e 'Ay dios amparame', si affrontano argomenti fino ad allora tabù come il riconoscimento dei riti afrocubani (con le conflenze sincretiche della cultura e della società cubana, come la santeria).

Nel 1997 la 'Nuova Fania' di Jerry Masucci (che purtroppo morirà poco dopo), erede della storica Fania, incide il cd 'Bravo', un omaggio a Juan Formell di cui vengono reinterpretati i grandi successi, ma soprattutto esce l' album forse più importante dei Van Van 'Eso Te pone la cabeza mala', che insiste sulla linea del 'minestrone creolo': timba con rumba e rock, mango con conga e funk, salsa con Mozambique e clave di Guaguancò….. è successo nelle piste di tutto il mondo vincendo tutti i possibili premi nel settore discografico cubano.
Formell ha una capacità innata di "catalizzare"   nelle sue composizioni , i desideri , i gusti , le mode, i sogni dei giovani cubani...basti pensare al successo del singolo degli anni 80 "La Titimania" , che tocca temi scottanti come la abitudine di alcuni membri di potere della classe politica di quel tempo , di accompagnarsi a seducenti e giovanissime mulatte cubane causando non pochi problemi con il governo.
Nel 1998 in occasione del loro trentennale di carriera esce un album di tributo da parte di vari artisti cubani che ricantano i grandi successi dei Van Van, che nel 1999 incidono un altro album di grande impatto internazionale 'Llegò Van Van', programmato per lungo tempo soprattutto con le canzoni 'temba, tumba, timba' e 'el negro està cocinando'….Nel Luglio del 2002 esce un disco live inciso durante un concerto nella 'plaza de la piragua' dell' Avana di fronte a 220.000 fans, memorabile l’apertura del concerto con Tim Pop con Birdland, brano che riprende un rif dei Manattan Transfert, e in cui i Van Van scimmiottano i produttori americani.
Tra i fondatori dei Los Van Van c'era anche Cesar Pedroso " Pupy", già pianista della Revè, autore di moltissimi brani dei Van Van e precursore di una nuova forma di fare musica, difatti è stato tra i primi a usare sintetizzatori e suoni nuovi con influenze ritmiche africane come il guaguancó.
Pupy da qualche anno ha lasciato il gruppo formandone uno proprio chiamato Lo que son son, ed è stato sostituito da Roberto "Chucurucho" Carlos. Perfino il leggendario Changuito alle percussioni , un pioniere come Formell e Pupi ai tempi del SONGO è stato poi sostituito dal figlio di Juan Formell , Samuel, che è senza dubbio oggi uno dei più affermati percussionisti Cubani.
Anche l'esperienza di Boris Luna ai sintetizzatori , acquisita suonando nel gruppo di Issac Delgado, ha" traghettato" i Los Van Van dal songo alla timba, tuttavia in questa fase di transizione hanno senza dubbio un’importanza enorme i vari cantanti del gruppo.
Angel Bonné e Pedro Calvo , che in tempi diversi hanno preferito lasciare i Van Van e seguire la propria carriera come solisti, Mayito Rivera e Roberto Guayácan Hernández, che a Cuba chiamano semplicemente Mayito e Roberto Van Van, hanno definitivamente consacrato con le loro stupende ed inconfondibili voci i Los Van Van nell'olimpo della timba cubana. Mayito, parallelamente al lavoro con il gruppo, ha pubblicato 2 album come solista e sta ultimando il terzo.
Lo stesso Roberto Hernàndez, che con la sua voce da duro e il suo talento scenico, già cantante di Pachito Alonso, ha convertito Esto te pone la cabeza mala in un successo mondiale, è in procinto di pubblicare il suo primo album da solista.
Dal Giugno del 2001 i Los Van Van hanno incorporato due nuovi cantanti. Per la prima volta nella loro storia oramai trentennale, Juan Formell da spazio ad una irruente e potente voce femminile, quella di Yeni Valdés, già cantante di NG la Banda, che il maestro pare abbia deciso di aggregare al suo storico gruppo dopo aver ascoltato la grinta della stessa mentre cantava "Veneno", uno dei successo di NG La Banda.
L’altro nuovo cantante è il giovane, ma molto bravo Abel "Lele" Rosales , figlio di uno dei fondatori del gruppo.
Ai due Juan Formell senza dubbio " affida" pesanti eredità canore, e i due nuovi cantanti si dimostrano subito all'altezza delle aspettative con i singoli usciti a Cuba nell'estate 2001 "Mi Mimi " e "Què cosas tiene la vida", con i quali il gruppo è tornato di nuovo in vetta alle classifiche specializzate.
Il singolo successivo “Sol natural” da vita ad una nuovo genere musicale coniato da Formell TIMPOP , cioè Timba con Pop, tanto da far cambiare il titolo del brano in “Timpop con Birdland”, proprio perché nell’inciso veniva ripreso il ritornello di “Birdland”, brano degli americani Manhattan Transfert.
Dopo 4 anni senza poter registrare in studio per problemi con la loro casa discografica precedente, Juan Formell e i los Van Van hanno presentato nel Salón Rosado dell’Avana, dove hanno suonato per la prima volta 35 anni prima, il loro nuovo disco “Chapeando”, che contiene 12 nouvi brani e la ripresa del brano che da il nome al disco.
Chapeando, che è prodotto da Abdala e appartiene alla collezione Leyenda, è stato presentato dal Presidente dell’Istituto della Musica di Cuba.
Erano presenti quasi tutti i “salseros” cubani, come Changuito, Elio Revé Jr., Yumurí, Rojitas, alcuni sportivi come Javier Sotomayor e pittori famosi come Zaida del Río.
Formell ha ringraziato pubblicamente per le donazioni di alcuni artisti, tra i più prestigiosi di Cuba, che hanno contribuito con le loro opere alla realizzazione del disco disco.
Alexis Leiva, Roberto Fabelo, Eduardo Roca Salazar, Manuel Mendive, Michel Mirabal, Ernesto Mateo e Guido Asenjo hanno regalato i propri quadri, mentre   gli scrittori Miguel Barnet e Rogelio Martínez Furé con Juan Formell hanno descritto le caratteristiche fondamentali di Chapeando, che significa tagliare l’erba sul proprio cammino, camminare, andare avanti...
Miguel Barnet, oltre che famosissimo romanziere e poeta è uno degli studiosi di Santeria migliori nel mondo e dirige la Casa di Studi Don Fernando Ortiz.
I Los Van Van a fine anno faranno uscire un dvd per celebrare il 36esimo anniversario. La Stampa specializzata ritiene che I Van Van rappresentano una delle più famose, se non la più famosa, delle orchestre cubane contemporanee.
Diverse immagini contenute nel nuovo DVD sono state riprese nel corso dei concerti che Formell e company hanno realizzato per tutta l’isola cubana per festeggiare il loro 36esimo anniversario. Il lavoro molto probabilmente si intitolerà “Aquí hay que bailar”, sarà prodotto dalla casa discografica Abdala, e dovrebbe uscire i primi di dicembre, visto che il 4 è il giorno in cui sono stati fondati i Los Van Van, che tra l’altro coincide con la festa nazionale che ricorda la nascita di Changò.
Il cofanetto conterrà 2 dischi, uno sarà composto da vecchi successi riarrangiati; l'altro sarà dal vivo con pezzi registrati dai vari concerti tenuti in giro per Cuba, che hanno visto la partecipazione di altri grandi artisti cubani tra cui Pupy, Pedrito Calvo, Angel Bonné e l'immancabile Changuito. Ci sarà anche un documentario, contenente interviste ai fondatori della famosa orchestra come Changuito, Pupi, Miró, Leyva, Linares e Orlando Canto, e le immagini del gran concerto finale che si è tenuto al teatro Carlos Marx, a cui hanno partecipato grandi nomi della musica cubana, quali José Luis Cortés, Pedrito Calvo e Angelo Bonné.
Ogni anno dal 1996 e senza interruzioni sono sempre presenti in Europa e al Festival più importante della musica latina in Italia, Fiesta, che si tiene ogni estate a Roma, dove quando ci sono i loro concerti , la gente arriva da tutti gli angoli della penisola, è il caso di dire che il successo non logora la band ...

 
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15 dicembre 2006

             A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK END (www.caribeweekend.com)

Gerardo Rivera Rodriguez, artisticamente conosciuto come Jerry Rivera è nato il 31 luglio 1973 a Santurce, una città della costa orientale di Puerto Rico, ma molto presto la sua famiglia si è trasferita nella capitale San Juan, dove ha frequentato la scuola primaria e secondaria. Jerry è figlio d'arte, il padre Edwin Rivera è direttore e chitarrista del trio musicale Los Barons e sua madre Dominga è una compositrice e cantante. Sin da piccolo ha vissuto la vita da artista accompagnando i genitori ai loro concerti, è cresciuto ascoltando salsa romantica, genere del quale diventerà un grande esponente con più di 5 milioni di dischi venduti e 3 nominations ai Grammy Awards.
La sua carriera di cantante inizia presto, spronato dal padre e la madre, e in seguito anche dal maestro Tommy Olivencia che lo aveva sentito cantare, grazie a un demo inviato dal padre alla CBS ottiene un contratto discografico e nel 1988, a soli 15 anni incide il suo primo album intitolato 'Empezando a vivir'.
Il secondo disco di Jerry Rivera, 'Abriendo puertas' del 1990, gli apre veramente le porte del successo, conquistando un disco d' oro e 2 di platino. Va al primo posto nelle classifiche di vendita a Puerto Rico, in quelle latine degli Stati Uniti e in tutti i paesi dell’america latina, tra i brani che ottennero più successo ricordiamo ‘Esa Niña’, ‘Como un milagro’ e ‘Dime’.
Il terzo album 'Cuenta conmigo' del 1992 ha vinto tre dischi di platino negli Stati Uniti, Puerto Rico, Venezuela e Colombia. È diventato il disco di salsa più venduto della storia, battendo il record che fino a quel momento apparteneva a Willie Colon, rimanendo al primo posto nelle classifiche di musica latina per tre mesi consecutivi. Jerry ha ricevuto due premi ‘Lo Nuestro’ come cantante dell’anno e come disco dell’anno e la Sony CBS Records gli ha regalato tre ‘Crystal Awards’.
Con il successivo 'Cara de nino' si estende sempre più il successo di Jerry Rivera, arrivano una valanga di premi e riconoscimenti, e nel 1995 con 'Magia' arriva anche una nomination ai Grammy Awards e la partecipazione al film 'I like it like that'. Intanto segue la produzione salsera con cadenza praticamente annuale e grazie al disco 'Fresco' del 1996, prodotto da Sergio George arriva la seconda nomination ai Grammy Awards, seguono 'Ya no soy el nino aquel' nel 1997 e 'De otra manera' nel 1998 che supera il milione di copie vendute e porta la terza nomination ai Grammy Awards, in questo disco è inclusa anche la versione bolero di ‘Ese’, canzone che Jerry ha cantato insieme a suo padre in un concerto al Roberto Clemente Coliseum di San Juan.
Il nuovo millennio porta un cambio di etichetta, Jerry Rivera dalla Sony passa alla BMG e nel 2000 pubblica un nuovo album intitolato 'Para siempre' . Dopo una dozzina d'anni d'attività, lo scetticismo della critica che continua a considerarlo 'cara de nino', cioè faccia da bambino, spinge Jerry a dare una svolta artistica alla sua carriera, introducendo nel suo repertorio anche brani pop.
Questa svolta pop è molto evidente nei successivi album 'Jerry Rivera' e 'Vuela muy alto', nei quali il cantante boricua collabora con personaggi del calibro di Carlos Santana, Ramon Sanchez e Estefano. I buoni risultati non mancano e neanche la presenza nelle classifiche latine. I suoi cantanti favoriti sono Eddie Santiago, Lalo Rodriguez e soprattutto Frankie Ruiz, a cui Jerry Rivera nel 2003 a dedicato un intero album composto di canzoni di Ruiz reinterpretate da lui dal titolo ‘Canto a mi idolo, Frankie Ruiz’. Nel 1986 cuando Jerry aveva 13 anni, accompagnò suo padre che doveva suonare in un hotel a Isla Verde in San Juan. Frankie Ruiz che era ospite nello stesso hotel, durante il concerto salì sul palco e canto 2 canzoni con i Rivera, padre e figlio. La foto di quell’evento che li ritrae tutti e 3 insieme è stata usata come copertina del CD che Jerry a dedicato al suo idolo.
Jerry Rivera ha partecipato a varie produzioni del Banco Popular de Puerto Rico, tra le quali vanno ricordate ‘Al Compás de un Sentimiento’ dedicata la compositore Portoricano Pedro Flores e ‘Con la música por Dentro’.
Nel novembre 2005 Jerry Rivera lancia sul mercato una nuova produzione, molto autobiografica dal titolo ‘Ay mi Vida!’. Anche se apparentemente non c’è niente di nuovo sotto il sole, il cantante si è ingegnato per creare un nuovo disco che contiene il meglio dei ritmi più attuali per ballare, senza perdere lo stile che lo caratterizza. Il primo singolo è ‘Ay mi vida!’, il brano che da anche il titolo all’album, in questo pezzo Jerry oltre che cantare, fa un racconto autobiografico. Il CD contiene 12 brani, alcuni scritti da lui altri con Danilo Ballo e Elena Roggero, ed è una vero e proprio mix di generi musicali, difatti, non è tutto incentrato su brani tipicamente salsa, anzi su 12 solo 3 sono salsa, altri sono a ritmo tropical, pop, ballad e reggaeton.
Nell’estate del 2006 Jerry Rivera ha avuto una disputa legale con la cantante colombiana Shakira, che a suo dire aveva copiato l’intro del brano ‘Amores como el nuestro’ nella canzone ‘Hips don’t lie’. In realta Shakira aveva chiesto il permesso alla casa editrice per usare quel motivo nella sua canzone, e tutto si è risolto lasciando un po di amaro in bocca a Jerry.
Il 21 movembre 2006 il cantante Boricua è stato testimonial della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza domestica che si è tenuta a Washington DC. Jerry Rivera che ha scitto una canzone su questo tema dal titolo ‘Ros de dolor’ si è fatto portavoce dell’associazione OPS che combatte da anni questo male che colpisce famiglie di ogni classe sociale.

ORQUESTRA:
Ramon Sanchez (Piano), Pedro Perez (Basso), Charlie Sierra (Timbales), Gerardito Rivas (Bongo),
Jimmie Morales (Congas), Tito De Gracia (percussioni), Luis O. Aquino (Tromba), Jorge Diaz (Trombone), Carvel Garcia (Coro), Chegui Ramos (Coro), Osvaldo Roman (Coro)

 

 

 

DISCOGRAFIA :
- 'Empezando a vivir' (1988)
- 'Abriendo puertas' (1990)
- 'Cuenta conmigo' (1992)
- 'Cara de nino' (1993)
- 'Magia' (1995)
- 'Fresco' (1996)
- 'Ya no soy en nino aquel' (1997)
- 'De otra manera' (1998)
- 'Para siempre' (2000, BMG )
- 'Jerry Rivera' (2001)
- 'Vuela muy alto' (2002)
- 'Canto a mi idolo Frankie Ruiz' (2003)
- ‘Ay mi vida’ (2005)

Categorie: Musica latina , Letteratura
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icon date 13:09:31 | icon author Dario Aspesani
 A CURA DI DARIO ASPESANI


Da tempo si parla di questo tale Mario Scaramella, un James Bond all'amatriciana, dall'inglese "Maccheronic Day" e dalla parvenza da "italiani brava gente".

Se Scotland Yard non avesso cominciato giustamente a "rompere i coglioni"  molto probabilmente del nostro inviato in terra d' Inghilterra non si saprebbe nulla.

Chiaramente agli Inglesi, (non avendo un governo coglione - solo mediamente coglione però, altamente permaloso) non è andata giù la faccenda di questi agenti segreti sovietici ex KGB (ex colleghi  "dell'amico Vladimir") che imperversavano per le strade londinesi a compiere chissà quali crimini e a depistare chissà quali indagini. Se fossimo stati in Italia ci saremmo passati sopra (vedi il sequestro di quegli ipotetici terroristi islamici arrestati dalla CIA nel nostro territorio senza benchè minima autorizzazione governativa) in Gran Bretagna NO.
Bene Scaramella Mario, fu inviato per indagare e ricevere informazioni sul c.d. dossier Mitrokin per conto della commissione del senato appositamente costituita e presieduta da Paolo Guzzanti ( tra l'altro papà dei due comici Corrado e Sabina(figli degenerati e comunisti che non la pensano come paparino vorrebbe)).

Grazie alle sue grandissime conoscenze tecnico investigative, Scaramella, doveva incontrare un informatore e raccogliere prove da utilizzare contro Romano Prodi e contro alcuni personaggi illustri della sinistra italiana all'interno del patatrack Mitrokhin. (Ci occorreva ricorrere a questo per sputtanare Prodi???) Prodi si sputtana da se non ha bisogno di aiuto! In questo modo lo fate diventare un martire perseguitato! Fate il suo gioco! Lui ha le guanciotte, la domenica va a messa, è un ex-democristiano, parla sotto voce; passerebbe troppo facilmente come vittima! -stop.

Comunque, Scaramella aveva incontrato Aleksandr Litvinenko il primo novembre in un ristorante giapponese di Londra per ottenere delle informazioni. Litvinenko dopo alcuni giorni è morto a seguito di una contaminazione con il "Polonio 210" (una sostanza fortemente radioattiva che riesce a distruggere l'organismo umano in pochissimi giorni) e diverse fonti giornalistiche - Ansa per prima -  dicono che, la contaminazione del nostro James Bond all'amatriciana sia avvenuta quello stesso giorno. Da una prima analisi delle urine il risultato è stato negativo poi....FINE PRIMA PARTE


Categorie: Politica estera
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icon date 01:19:19 | icon author Dario Aspesani

Ho deciso di inserire questi link all’interno della categoria riservata alla politica estera perché tutte le onlus che citerò operano a livello internazionale o comunque operanti tenendo conto di fini riconosciuti a livello internazionale.

Ogni tanto un po’ di sano servizio non fa male a nessuno ed eccovi i link:

 

www.amnesty.it (sito italiano di Amnesty international)


www.wwf.it (sito italiano del wwf)


www.msf.it (il sito italiano di Medici senza frontiere)

www.azzurro.it (sito del telefono azzurro)

www.cri.it  (sito della crocerossa internazionale italia)

www.azioneaiuto.it (sito di azione aiuto – ovvero un’associazione internazionale operante nel settore delle adozioni a distanza attiva in Sud America, Asia e Africa). Vi posso garantire che questa associazione funziona benissimo, ho effettuato un’adozione a distanta due anni fa nella Repubblica Dominicana e devo dire che sta andando tutto bene!


 

Categorie: Politica estera
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icon date 00:52:11 | icon author Dario Aspesani
14 dicembre 2006

              A CURA DI ENZO CONTE (www.enzoconte.it)



Negli anni '50 il Palladium era il più  famoso locale da ballo di New York.In quegli anni ruggenti il Palladium si impose, insieme a locali come la Conga e il Copacabana (ancora oggi esistente anche se in un'altra sede), come uno dei templi più importanti della musica latina. Principali artefici del suo successo furono le orchestre di Machito, di Tito Puente e di Tito Rodriguez. L'orchestra di Machito era stata fondata nel 1941 da Mario Bauzà e dallo stessoFrank Grillo Machito, un cubano di origine italiana (il nonno paterno era diPalermo). La band era caratterizzata dalla presenza di musicisti latini allepercussioni e da musicisti nordamericani ai fiati. Tito Puente era invece il leader dei Piccadilly boys. Era un giovane portoricanonato nel barrio latino di New York. Grazie al suo carisma e alla sua abilità ditimbalero si conquistò in quegli anni il meritato appellativo di "el rey deltimbal". Tito Rodriguez era invece il leader dei Mambo Devils. Veniva direttamente da Puerto Rico, dal barrio Obrero di Santurce. Era un cantante estremamente versatile, capace, come nel caso del grande Benny Moré, di passare con disinvoltura da un appassionato bolero ad una picaresca guaracha, da un nostalgico son  ad un mambo indiavolato.Grazie alle sue eccellenti doti canore e alla sua immagine estremamente curata si convertì in quegli anni nell'idolo incontrastato della comunità latina.Tito Rodriguez rappresentava al meglio sia l'anima estremamente romantica dellacomunità latina, sia l'anima più guarachera. Era un fine dicitore che dominava allo stesso tempo l'arte del sonero.Certo il neofita che oggi ascolta i suoi dischi potrebbe rimanere spiazzato siadalla sua voce che dal suono dei suoi dischi, ma non dobbiamo assolutamentedimenticare che ancora ci troviamo  in una fase antecedente alla nascita di quella espressione che, con una formula più o meno discutibile, sarà poi battezzata "salsa". Nel 1964, in seguito a svariati incidenti, il mitico Palladium, il tempio latino che era servito come trampolino di lancio per tutte le mode e per tutti gli stili musicali, subì un colpo mortale: la sospensione della licenza di vendita di alcolici. Sentenza che ne decretò da lì a poco la fine prematura.
Fiutando l'aria di crisi, Los Afrocubans di Machito decisero di rifugiarsi nel
dorato mondo del jazz, mentre Tito Puente decise di fermarsi a metà strada fra il jazz e la  musica latina, cercando di riorganizzare la sua orchestra assecondano i gusti del pubblico.Tito Rodríguez invece decise di trasformare la sua grande orchestra in un piccolo sestetto: The playa sextet.In quel periodo un nuovo ritmo dominava la scena della musica latina: la pachanga e Tito Rodriguez seppe cavalcare con grande abilità la nuova onda sonora.  Nel 1967, dopo una fortunatissima carriera, Tito decise di fare ritorno nella sua natia Puerto Rico. Da lì a poco si ammalò però di leucemia. Nel 2 febbraio del 1973 tenne un ultimo memorabile concerto al Madison Square Garden di New York, per poi spegnersi il febbraio dello stesso anno in una camera di ospedale di New York. La stessa camera, ironia del destino, in cui molti anni prima era morto un'altra grande stella del mondo dello spettacolo: l'indimenticabile Rodolfo Valentino.
Fra i tanti tributi a lui dedicati impossibile non ricordare quello della Fania Al Stars e quello più recente  di Gilberto Santarosa. Girando su google troverete facilmente la sua discografia completa.







A me piacerebbe segnalare invece alcune tra le più preziose perle del suo sconfinato repertorio:  Cuando Cuando Cuando (scritta dal nostro Tony Renis), Avisale a mi contrario, Baranga, Donde estabas tu, El mulato rumbero, El que se fue (no hace falta), Mango dal monte, Cara de payaso, Vuela la paloma, NuncaMama, Guela, Damela que tu la tienes, Sun Sun babae, La toalla. Fra i suoi indimenticabili boleros mi piacerebbe ricordare: Ausencia, El dia que me quieras, Inolvidable, Llevatela, Lo mismo que a usted, Tiemblas, Ya no vuelvo a querer, Bello amanecer, Ya son la doce, La mentira.

 

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13 dicembre 2006
          A CURA DI BEPPE GRILLO (www.beppegrillo.it)


Pinochet è morto nel suo letto. Il giudice Garzòn provò a farlo morire in galera. Ottenne solo gli arresti domiciliari in un albergo di Londra per crimini contro l'umanità. Pinochet riuscì a rientrare in Cile per motivi di salute. Quando la sua carrozzella toccò il suolo cileno improvvisamente guarì e si alzò in piedi correndo. Da allora fu 'dead man walking'. Garzòn si dedicò in seguito allo psiconano con cui è confidente di avere maggiore fortuna.
Pinochet è responsabile della fine della democrazia in Cile, dell’uccisione di Allende, di migliaia di omicidi. Ma il suo delitto più grande è aver permesso la fuga in Italia degli Inti Illimani. Dal 1973 stazionano nelle nostre televisioni. Nelle feste dell’Unità. Da Pippo Baudo. Mi hanno fatto venire l’esaurimento nervoso. Sono dei reduci musicali a vita. La loro influenza politica è stata enorme. Spettacolo dopo spettacolo hanno esaltato ai nostri occhi l’operato di Pinochet. Creato una corrente giustificazionista per il regime. Per lo stadio-lager di Santiago.
Pinochet è stato un fallito. In Italia uno come lui non lo metterebbero neppure a rubare in una giunta provinciale. In 17 anni di dittatura ha portato a casa solo 150 milioni di euro. Una vergogna. Si fosse informato meglio dai socialisti sarebbero stati miliardi. In seguito imparò la lezione. Alcune consulenze di Previti gli evitarono il carcere. La tortura sugli oppositori politici è stata una sua specialità. Posti come Villa Grimaldi, Chacabuco e Pisagua rimarranno nella storia.
Pinochet-Pinocchio. Un mentitore professionista. Che mentì al suo capo Allende. Ai generali con cui attuò il colpo di Stato. Agli americani della Cia. A Nicola Pietrangeli per la finale di Coppa Davis del 1976. Ha avuto le sue ammiratrici. La prima è Margaret Tatcher che cercò di emularlo nel famoso sciopero dei minatori in Gran Bretagna. In Italia gli ex piduisti tacciono per ragioni di opportunità politica. Ma lo piangono. E lo invidiano. Lui c’era riuscito. Loro no (per ora). - per leggere altri post di Beppe Grillo vai al sito (www.beppegrillo.it)
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12 dicembre 2006


                    A CURA DI DARIO ASPESANI

Gloria Maria Milagrosa Fajardo, al secolo Gloria Estefan, nasce l’ 1 settembre 1957 all’ Habana (Cuba). Il padre era militare addetto alla protezione del dittatore Fulgencio Batista (in seguito spodestato dai Barbudos Castristi). Proprio con l’arrivo dei rivoluzionari la Famiglia Fajardo emigrò negli Stati uniti e precisamente a Miami (Florida). Il padre non pago della riparata negli States si inserì nel commando dei Cubani anticastristi in quell’invasione storica della Baia dei Porci (dove gli statunitensi furono sconfitti). Gloria all’epoca dei fatti aveva appena 4 anni.

Dopo ciò, Josè Fajardo si arruolò nell’esercito americano e prese parte alla battaglia del Vietnam.

Dopo due anni gli fù diagnosticata una sclerosi multipla.

Verso la fine degli anni sessanta Gloria doveva badare sia al padre che alla sorella Rebecca, mentre sua madre cercava di “sbarcare” il lunario lavorando da mattina a sera. Nel poco tempo libero che aveva Gloria cantava per locali e si divertiva a strimpellare la chitarra. Nel 1975 si iscrive alla facoltà di psicologia dell’ Università di Miami. Il canto allora era un divertimento, raramente faceva la corista in un gruppetto di giovani cubani i “Miami Boys”. Il tastierista del gruppo, però, era una persona speciale, diversa. Se ne innamorò e lo sposò; si trattava di Emilio Estefan Jr. A quel punto il canto diventò più importante, cominciò a scrivere canzoni e a cantare per tutta la serata come voce solista.Vista l’improvvisa popolarità, a livello locale, il gruppo cambiò il nome in “Miami sound machine”. Nel 1978 si laurea in psicologia e sposa Emilio. Fatto curioso: quando entrò in chiesa, si avvicinò all’altare da sola, senza essere accompagnata da nessuno. Secondo lei l’unico uomo che era degno di accompagnarla era il padre, ma, era ricoverato in fin di vita all’ospedale. La riconobbe subito e, nonostante avesse perso il dono della parola riuscì stentatamente a dirle: Glorita… Nell’ 80 muore il padre e nasce il suo primo figlio Nayib. Fino al 1983 il gruppo pubblicò ben quattro album per la CBS international. Nel 1984 conobbero la notorietà attraverso il singolo "Dr. Beat", che arrivò al 10° posto nella Hit Parade Americana, a quel punto la CBS passò la band alla divisione rock-music internazionale, la Epic Records.

Dopo il primo album con la Epic, eyes of innocense  nell’1984 che andò discretamente bene, continuarono con un album in inglese, Primitive love nell’1985 ed il singolo "Conga" (nei Top Ten, dagli album "Bad Boy" e "Words Get in the Way"). La musica ritmata con le percussioni fu un grande successo.
Gli album fecero vincere ai "Miami Sound Machine" due American Music Awards nel 1986, uno come Migliori Nuovi Artisti Pop ed uno per il Singolo Pop Migliore.
Gloria era l'immagine della band, quindi cambiarono il loro nome in Gloria Estefan ed i Miami Sound Machine, nel 1989 "solo" Gloria Estefan pubblicò l'album "Cuts Both Ways”.
Il segreto che ha contribuito e che le permette di continuare sull'onda del successo è la doppia cultura cubana ed americana che ha avuto e che fonde in maniera perfetta nelle sue composizioni.
È amata e chiamata affettuosamente "nuestra glorita" (la nostra piccola Gloria) dalla comunità cubana di Miami.
Nel marzo 1990, durante un tour Gloria rimase quasi uccisa, il pullman dove lei stava dormendo fu travolto da un tir sull'autostrada in Pennsylvania. Per le gravi lesioni riportate durante l'incidente, rimase paralizzata temporaneamente: ci vollero 4 ore di operazione chirurgica per impiantarle permanentemente due lastre al titanio (8 pollici) per allineare e stabilizzare la sua colonna vertebrale. A dispetto di una prognosi scoraggiante per un totale recupero, Gloria fece un ritorno al palco scenico, dopo un anno di terapia fisica ed al supporto affettuoso di migliaia di fans che la riempirono di ben 5.000 mazzi di fiori, 10.000 telegrammi e 50.000 tra cartoline e lettere.
Dopo l’uscita dell'album “Into the light”, con un tour in cui visitò 29 paesi, il singolo "Coming Out of the Dark" toccò la cima delle classifiche.

Il desiderio di avere un altro bambino era grande, per mesi cercarono di concepirlo ma senza successo. Fece alcuni esami che rilevarono un danno alle Tube di fallopio. Un altro intervento corresse il problema e, nel dicembre 1992, nacque la secondogenita Emily Marie mentre l'album Greatest Hits vinse un disco di platino.
Nel 1993 ricevette una Laurea Onoraria per la Musica dall'Università di Miami, una statua di cera al museo londinese "Madam Tussaud", una stella nella "Hollywood Walk of Fame", un Grammy Award per il miglior album Tropical Latino con "Mi Tierra" e pubblicò l'album natalizio "Christmas Through Your Eyes".
Vinse un secondo Grammy Award per la Migliore Performance, con l'album "Abriendo Puertas".
Nel 1996 è uscito il suo ultimo album "Destiny" che contiene il singolo "Reach" colonna sonora dei Giochi Olimpici di Atlanta, presentato durante la cerimonia di apertura e per il quale ha ricevuto un'altra nomination per il Grammy. Dopo "Into The Light", la sua ultima raccolta di brani in inglese, pubblicata nel gennaio 1991 dopo l'incidente, Gloria si imbarcò in un viaggio avventuroso attraverso le sue origini musicali.
Nel 1993 con "Mi Terra" esplorò la musica classica cubana; nel 1994 "Hold Me,Thrill Me, Kiss Me" propose una raccolta di alcuni dei suoi brani rock e pop preferiti.
Nel 1995 pubblicò "Abriendo Puertas", un album pop-dance in spagnolo che prendeva spunto da molte forme musicali latino-americane. Durante questi anni densamente produttivi continuava a lavorare a "Destiny".
Intanto l’album caraibico "Mi Tierra" divenne un successo internazionale, con più di 4 milioni di copie vendute in tutto il mondo (disco di platino negli Stati Uniti) e Gloria ottenne il suo primo Grammy nella categoria miglior album tropicale latino. In Spagna " Mi Tierra" divenne l'album più venduto nella storia del paese.

"Destiny" continuava a rimanere a uno stadio iniziale. Nel 1994 è nata Emily. "Destiny" era ancora in gestazione. Finalmente arriva un album molto importate per Gloria:"Abriendo Puertas" che conteneva tra le altre cose brani come “Milagro” e soprattutto "Mas Alla", che l'artista interpretò (con un'orchestra di 62 elementi) per papa Giovanni Paolo II in Vaticano, nell'ottobre del 1994.
Il Miami Herald descrisse "Abriendo Puertas" come "una fusione dance pan-latino americana costruita brillantemente su combinazioni strumentali improbabili e strati di stili e ritmi".

Nel frattempo continua la lavorazione di “Destiny” che conteneva tra l’altro l’inno ufficiale delle olimpiadi di Atlanta del 1992. Nel disco c’era molta cultura afrocubana mezclata alla musica statunitense. Per l’incisione vennero utilizzati oltre ai normali strumenti etnici anche cose “strane” tipo bidoni della spazzatura ecc. "Mi Tierra " e "Abriendo Puertas" erano album molto diversi, ma sono stati accettati entrambi molto bene dai fans di tutto il mondo per la loro musica dice Gloria Estefan. Quello che rende diverso "Destiny" è la lingua inglese, ovviamente, ed anche le melodie sono più inglesi, perché devono accompagnare le parole. Ma si mescola tutto molto bene e diventa tutto molto naturale.

Oggi Gloria Estefan vive in una splendida villa a Miami a 15 minuti dalla "Freedom Tower", simbolo dei cubani scappati per il regime di Fidel Castro, con la sua famiglia e i suoi cani.

Categorie: Musica latina , Letteratura
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icon date 22:00:47 | icon author Dario Aspesani
11 novembre 2006

             LA GLORIA DEL BOLERO-SON.    A CURA  DI DARIO ASPESANI

M.M. nacque l’ 8 maggio 1894 a Santiago de cuba da un’umile famiglia.

La sua occupazione principale era quella di portiere presso la Bacardi (nota distilleria di Rum) nata a Santiago nel 1865.

 Si avvicinò sin da piccolo alla chitarra, che, rimarrà sempre il suo punto di riferimento. Suona anche l’armonica a bocca e forma la sua primissima esperienza musicale in un duo con Tino Martinelli. M.M., esperto chitarrista solista, verso i primi anni venti cerca di unire la radice afrocubana alla cultura spagnola (cultura predominande nella isla grande- teniamo conto che la dominazione spagnola durò fino al 1850 circa). Come si dice ancora oggi a cuba “la pureza esta en la mezcla” ovvero la purezza e l’originalità sta nel mischiare generi diversi.

Da questa prima mezcla nacque il son e il suo padre (Miguel) cercò di farlo conoscere a più persone possibili.

Nel 1924 s reca all’ Habana con il trio Oriental. Dopo il fortunato incontro con Rafael Cueto (chitarra ritmica e seconda voce) e soprattutto con Siro Rodriguez (percussioni e cori) Miguel, nel 1925, fonda EL TRIO MATAMOROS. Prendono forma le prime grandi composizioni son che tutt’oggi si ascoltano in tutto il mondo tipo: El paralitico, El besito (o beso discreto), Malanga, El tren, Sangre de conga, El lecherito oriental, son de la loma, la mujer de antonio, lagrimas negras, e tante altre.

 Come accade per i generi musicali appena nati il son era alle stregue del tango argentino considerato un ballo immorale e peccaminoso… Per fortuna poi, vista la popolarità che raggiunse nei guateque (feste di campagna) e nelle piazze questi aggettivi diventaro ben presto fuori luogo.

 Miguel essendo comunque un amante della musica tradicional alternava al suo son anche la guaracha e il bolero e arrivò ad un punto in cui proponeva una mezcla aggiuntiva: il boler son (genere per cui oggi viene ancora celebrato). Pensate che in molte ristampe odierne sotto la dicitura Trio Matamoros si trova la scritta: la gloria del bolero son. Come abbiamo detto in precententi scritti la musica cubana è a struttura aperta quindi, permette facilmente l’inserimento di altri generi formando via via nuove sonorità. Bolero son, guaracha son, guajira son ecc.

 Siamo nel 1927 e il trio ha la possibilità di cambiare il corso della storia musicale cubana. Vengono invitati a N.Y. city per porre in essere la prima grande registrazione del SON CUBANO grazie all’etichetta discografica RCA Victor. Nella new york city session vengono registrate circa 30 canzoni. Più di venticinque di Miguel e le altre di grandi artisti cubani come El manisero di Moises Simons.

 Il mondo conosce il son cubano. Il mondo conosce Miguel Matamoros. Il mondo conosce l’arte della Guitarra limpia. Il mondo conosce la mezcla.

 Da questa incisione se ne susseguiranno molte altre. Negli anni successivi altri cubani saranno chiamati, sull’onda di Miguel, a incidere a N.Y. come Antonio Machin (celebri le sue session tra il 1930 e 1935) ed altri.

 Visto il grande successo il Trio continua a proporre brani propri e vista la necessità di inserire nuovi musicisti per creare delle sonorità nuove la band si trasforma in Conjunto (ovvero un gruppo vero e proprio con un numero di musicisti che varia tra i 7 e gli 8 elementi). Tra i musicisti d’eccezione da annoverare il compianto clarinettista, tresero Francisco Repilado Muñoz (al secolo Compay Segundo).

 Il conjunto effettuerà molte turneè sia in sud america che negli stati uniti. Altre registrazioni importanti vengono poste in essere negli anni cinquanta (il periodo de oro della musica tradicional cubana). Fino al 1930 le incisioni si potevano effettuare solo a N.Y. perché non erano disponibili studi di registrazione ne a cuba ne in altri paesi centro americani.

 Miguel Matamoros con il suo gruppo suona regolarmente ed incide dischi sia con Benì Morè che con Guillermo Portabales y los Guaracheros de Oriente. Famosissima una tournee Colombiana con Portabales nei primi anni ’60.
 
Il Trio Matamoros resta la band cubana più longeva (suonarono insieme ininterrottamente dal 1925 al 1969) e nonostante il successo erano sempre in cerca di sonorità nuove e sperimentazioni vere e proprie.

Con oltre cento brani scritti, dopo aver ideato un grande genere musicale tutt’ora vivo, dopo migliaia di concerti e centinaia di grandi artisti che hanno interpretato e che continueranno ad interpretare la sua musica Miguel Matamoros si spegne nella sua Santiago de Cuba il 15 aprile 1971.

Oggi giorno, fortunatamente, restano a noi moltissime incisioni di Miguel, che, soprattutto a cuba, vengono spesso riproposte.

Discografia essenziale:

N.Y. city session 1927-1935. ( da queste sessioni di registrazione vengono fuori ben quattro album e moltissime raccolte).

Oltre a queste incisioni ce ne sono altre con Benì Morè del 1955, altre varie con Portabales y los guaracheros de Oriente ed altre imprecisate con il Conjunto Matamoros.

Dal 1975 la EGREM ha riproposto tutte le incisioni del trio e risultano essere le seguenti:
 

1975 Ecos de Cuba 1980 Lagrimas Negras 1989 Origen de La Salsa 1993 Son de La Loma 1994 Un Recuerdo de Cuba 1996 Beso Discreto 1996 Recuerdos de Cuba 1997 Soneros: La Tradicion de Cuba, Vol. 3 1999 Dos Grandes tríos Cubanos 1999 Cuba en tríos 2000 Cuban Originals.

Pezzi consigliati:

 

Lagrimas negras, El paralitico, El tren (in alcune incisioni il titolo è Piqui y pala, ma il brano è lo stesso), El manisero (pezzo di M. Simons portato al successo da Miguel), Quien tirò la Bomba, Malanga, El que siembra su maiz, El trio y el ciclon, El disastro del morro castle, que siga el tren, son de la loma (altri chiamano questo brano mama son de la loma, ma come sopra il brano è lo stesso), el lecherito oriental, Juramento, Reclamo místico, Mariposita de primavera, Mientes, Triste muy triste, Olvido,  Que te están mirando, Alegre conga.

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icon date 21:42:55 | icon author Dario Aspesani
10 dicembre 2006

                     A CURA DI DARIO ASPESANI


Raramente si può gioire della morte di qualcuno, ma, Pinochet, non è poi stato un grande benefattore dell'umanità.
A seguito di un infarto subito il 3 dicembre scorso, oggi 10 dicembre 2006 (alle 13.30 Cilene - 17,30 Italiane) è spirato definitivamente.
Pinochet ha detenuto il potere ininterrottamente dall'11 settembre 1973 sino all'inizio del 1990.

Ricordo che in quell'11 settembre 1973 vennero uccise centinaia di migliaia di persone. (L'11 settembre statunitense è da considerarsi da "boy scout" dal punto di vista delle vittime). Purtroppo le vittime statunitensi hanno più valore di quelle di un altro paese, pertanto, l'unico 11 settembre che viene ricordato è quello del "World trade center".
Pinochet nacque il 25 novembre del 1915 a Valparaiso. Nel 33 entra nell'esercito e ci rimarrà fino alla fine degli anni '80.
Uno dei grandi delinquenti della storia. Tramite quel golpe dell' 11 settembre, forse sponsorizzato dalla CIA, come siamo avvezzi a pensare viste le implicazioni della stessa agenzia, in tutti i colpi di stato in Sudamerica, acquisì tutti i poteri del dittatore vero e proprio. A seguito del Golpe, l'allora presidente Salvador Allende (eletto regolarmente, ma, di estrazione socialista - da qui si capisce l'intervento della CIA) si dice che si sia ucciso (altre tesi parlano di omicidio). Purtroppo la storia la scrivono i vincitori...
Al termine della sua dittatura, ormai vecchio, fu spiccato su di lui un mandato di cattura internazionale, tramite, un magistrato spagnolo.  Dopo 503 giorni di detenzione venne liberato per problemi di salute (come al solito il perbenismo disinteressato dei governi si preoccupa sempre delle CAZZATE).
Nota positiva dell'italia: l'ambasciata italiana tramite alcune organizzazioni umanitarie residenti in Chile, all'epoca del Golpe riuscì a far uscire dal paese molti militanti anti-pinochet.

In questo giorno in cui mi trovo a scrivere questo necrologio per un ex dittatore sudamericano, non posso fare altro, che ,ricordare il grande SALVADOR ALLENDE, destituito in nome della delinquenza da Augusto Pinochet.
Purtoppo, oggi giorno, i mass media tendono troppo a politicizzare i fatti della storia. Non bisogna essere un comunista (ed io non lo sono) per dire che Pinochet era un delinquente, mentre, Allende, era un politico liberamente eletto dal popolo Chileno. Quando si parla male di alcune azioni della CIA si rischia di essere tacciati di comunismo, di anarchismo ecc. Però, quando vengono a mancare i valori veri della democrazia, non si deve fare altro che denunciarli e non cercare di fare finta di nulla tenendo conto del fatto che "il grande alleato" non ne vuol sentir parlare.

Descanza en paz (Salvador Allende).





In  alto due immagini del dittatore  Augusto Pinochet, in basso due immagini di Salvador Allende, il leader del Chile democraticamente eletto spodestato dal Golpe del Generale Pinochet l' 11 settembre 1973.
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icon date 20:09:16 | icon author Dario Aspesani
9 dicembre 2006

 

A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK END (www.caribeweekend.com)

 Raza Latina è attualmente una delle orchestre più famose e affermate in Italia, vanta una prestigiosa carriera musicale, frutto della bravura professionale e della notevole esperienza maturata nel corso degli anni dai musicisti . I componenti della band, residenti in Italia, hanno origini prevalentemente latine con una presenza anche made in italy!
Viene fondata nel 1997 dai fratelli Espino; grazie a loro, il gruppo ha saputo trasmettere al suo pubblico calore, energia e soprattutto tanto“sabor latino” esibendosi rigorosamente dal vivo.
Tra le innumerevoli esperienze musicali vantano prestigiose collaborazioni, nel 1999 L’orchestra Raza Latina, a Puerto Rico e a New York, ha rappresentato la Casa Discografica "RMM" e ha avuto l'onore di accompagnare nella tourneè europea il famoso cantante Ray Sepùlveda.
Nel 2000, ha accompagnato in toureé il Portoricano Johnny Rivera e il giovane cantante salsero di New York Jorge Luis.
Nell'estate 2001, I Raza Latina hanno lavorato per i maggiori Festival Latino-Americani della penisola, calcando nuovamente il palco insieme a personaggi di fama internazionale quali: Miles Peña, artista Cubano, residente a New York, e Hector Tricoche, famosissimo salsero di Puerto Rico.
E' stata inoltre una delle orchestre protagoniste del "Capodanno 2002" in “Piazza Duomo” a Milano.
Sempre nel 2002, intraprendono la loro seconda tournee europea con il grande Ray Sepùlveda, che tocca Francia, Spagna, Belgio e Italia,e per la prima volta, accompagnano il salsero Colombiano Jerry Galante, in tour da Agosto a Ottobre. Ai concerti come gruppo d’accompagnamento di grandi salseri, alternano esibizioni personali nei più grandi e importanti Festival di musica Latino Americana in Europa. I Raza Latina hanno chiuso il 2002 suonando in occasione del Capodanno a Lido di Jesolo organizzato dal Festival Latino-Americano di Milano.
Nel 2003 I Raza Latina suonano di nuovo con Jerry Galante nel suo secondo tour Europeo, e si esibiscono in Svizzera, Germania e Italia. Nello stesso anno viene presentata al mercato discografico Italiano la cover in Bachata di “Es Por Tì”, successo internazionale del Colombiano Juanes, il brano è realizzato in collaborazione con il DJ “Pepe” Bassan ed è cantato dal ballerino cubano Seo Fernandez, coreografo dei Latin Black.

Nel 2004, l’orchestra Raza Latina accompagna musicalmente nel tour Italiano il cantante venezuelano Hildemaro, e un’altra leggenda direttamente da Puerto Rico, il rinomato salsero Paquito Guzmàn.
Sempre nel 2004, i Raza Latina in collaborazione con il maestro Pollione ed il cantante Venezuelano Oliver, incidono il brano “Viendonos”, che viene inserito nella Salsa Network Compilation curata dal DJ Francisco Rojos.
Nel 2005, i Raza Latina sono presenti nelle più prestigiose manifestazioni latinoamericane in Italia e all'estero. Come ogni anno partecipano al Festival Latinoamericano di Milano, che si tiene al Filaforum di Assago, e accompagnano musicalmente Jerry Galante al Festival Latino “Fiesta” di Roma. Prima dell’estate esce il singolo ‘Para que bailen’, inserito nella compialtion ‘Bailando Latino’ curata da Dj Lomitos, che anticipa l’uscita dell’album omonimo. Nel mese di novembre l’Orchestra dei fratelli Espino va per la prima volta in tour negli Emirati Arabi per suonare all’Abudhabi Latin Festival 2005.

Attualmente il gruppo è impegnato nella promozione del nuovo disco ‘Para que bailen’, in cui è contenuta la title track, già hit della passata stagione, la bellissima bachata con sonorità moderne ‘Dime tu’ e il brano ‘Para lo que se fueron’, omaggio ai grandi della salsa scomparsi. L’Orchestra Raza Latina, quest’anno festeggia il suo “9° Anniversario” regalando al suo pubblico una “rica combinaciòn” di ritmo, energia y sabrosura.




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icon date 21:51:18 | icon author Dario Aspesani
8 dicembre 2006
				A CURA DI DARIO ASPESANI

Oggi ci occupiamo di un altro grande brano di musica latina.
Fabricando Fantasias di Tito Nieves.
Oltre al testo ci sono anche gli accordi per pianoforte e chitarra.






A
Quisiera poder hablarte
 
Decirte cuanto te amo
        F#m
Y abrazarte
 
Como antes
A
Quisiera sentir tu risa
 
Volver a tocar tus manos
         F#m
Siempre tibias,
 
Cada dia
          Bm                      E
Quisiera verte despertar al lado mio
               D                          E
Que dios me escuche y pueda darme lo que pido
            A
Vivo en un mundo de mentiras,
     F#m
Fabricando fantasías
      D
Para no llorar
      E
Ni morir por tu recuerdo
      A
Vivo malgastando horas
   F#m
Evitando estar a solas
     D
Para no pensar
          Bm                        D
Pero tu imagen donde quiera esta presente
             E                      A
Aun no he podido superar .......perderte
 
 
A
Quisiera ganar el tiempo
 
Que se me escapo y no dije:
        F#m
Me arrepiento,
 
Lo siento
A
Quisiera escribir un libro
 
Para que no se me olvide
     F#m
Lo vivido Contigo 
Rit.
       A
Vivo malgastando horas
    F#m
Evitando estar a solas
      D
Para no pensar
          Bm                        D
Pero tu imagen donde quiera esta presente
             E
Aun no he podido superar...
Bm
Tanta tristeza
E
Que siempre deja
F#m                       E
Ese sabor amargo de tu ausencia
Bm
Vivir sin verte
E
Cuanto me duele
F#m                          E
La vida va pasando y tu no vuelves
 
                    A
         .... PERDERTE
 n.B. Gli accordi sono nella codifica internazionale 
(A=LA, B=SI, C=DO, D=RE, E=MI, F=FA, G=SOL)
 
 
 
 
 
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icon date 12:23:45 | icon author Dario Aspesani
7 dicembre 2006

                        A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK END (www.caribeweekend.com)

Mario Crespo Martinez y su Sheke Sheke, cubano guajiro trovador di Santa Clara.
Nace a Santa Clara Cuba e già da piccolo comincia a suonare in un sestetto di son cubano nella casa della cultura del suo paese e a undici anni seguendo le orme del padre Mario Crespo Valdèz entra nel Movimento de la Nueva Trova. Essendo uno dei suoi più giovani componenti, studia chitarra nella scuola d’arte Olga Alonzo per tre anni alla età di dodici anni, manifesta il gusto per l’armonia, gli arrangiamenti e la composizione musicale. Decide di lasciare lo studio di un strumento specifico e andare alla Habana per studiare alla ENIA (Scuola Nazionale di Istruttori d’Arte) specializzandosi in direzione di complessi musicali. Comincia a studiare basso elettrico col maestro Carlos del Puerto, bassita del gruppo Irakene, e armonia e composizione con Tulio Peramo. Dopo aver preso il diploma ritorna a Santa Clara, ed è chiamato a fare il sevizio militare.Terminato il tutto, partecipa a molti festival di jazz e continua a cimentarsi con complessi della zona centrale di Cuba. Nel 1991 si trasferisce alla Habana e comincia a insegnare musica nella casa della cultura di San Miguel del Padròn e nel 1992 viene chiamato come bassista da Arte Vivo, noto gruppo di rock sinfonico cubano. Lì, divide la scena con musicisti del calibro di Ruben Chaviano , Carlos Sarmiento,Manuel Camejo, Jorge Almarales e Victor Fowler, e vi rimane fino al 1994 quando approda in Italia.
Mario Crespo Martinez, arrivato in Italia entra a far parte di gruppi come Salsa Libre e Proyecto Salsero, formato da maestri dell’orchestra dell’Arena di Verona.
In seguito suona con i Raiz Latina, uno dei primi gruppi in Italia ad affrontare un repertorio completamente timbero, partecipa alla registrazione del disco “Pasion Mediterranea” del famoso batterista e percussionista Italiano, Tullio De Piscopo insieme a Ernestico e al bassista Pino Paladino. Nell 1998 fa parte del gruppo che accompagna Robie Roberson chitarrista Nord Americano fondatore di “ The Band “ , gruppo storico di Bob Dyland, partecipando con lui al Festival di Sanremo e ad altre trasmissioni televisive. Successivamente entra nel gruppo Araya Sound, e in questa occasione conosce il Dj-Produttore Tito Valdez e insieme a lui e a un affiatato team di lavoro compone il fortunato brano “Atrapado” che lo propone per la prima volta come cantante solista.
Insieme al maestro Amilcar Soto Rodriguez fonda il gruppo Bongo Batà e nel 2003 produce la sua opera prima “Salsero Forever”.

Nell 2004 Mario, è ospite dell’edizione svoltasi a Simeri in Calabria di Salsa Week, e compone la sigla che accompagna la manifestazione, la sua prestazione è molto apprezzata, tanto da essere poi invitato a partecipare ad altre tre edizioni consecutive, Cuba ,Tunisia e Taranto, tra il 2004 e il 2005. Contemporaneamente nel 2004 compone un singolo prodotto da Tito Valdez, “Enamorado De Ti” che comprende 4 brani, fra i quali anche la nuova versione bachata di “Atrapado” e un remix di “Salsero Forever” per la neonata etichetta “Para Bailar Record”.
Mario Crespo Martinez dopo lo scioglimento del gruppo Bongo Batà, fonda la sua nuova band “SHEKE SHEKE”, con la quale presenta un repertorio che abbraccia il meglio del panorama valsero attuale, integrato con i suoi grandi successi. Il gruppo è formato da: Mario Crespo Martinez, direttore, voce solista e pianoforte, Davide Lazarini, basso, Gianni Batilana, congas, Lourdes Gatorno, percussioni e cori, Juan Valenzuela, tromba e cori e Walter “El Chato” Rebata, timbales.
Questo nuovo progetto Salsero di Mario pone molta enfasi sulle nuove correnti musicali come il Reggaeton e l’Hip Hop Latino, fusioni già manifestate nel suo stile musicale per le quali può essere considerato un precursore. L’ultimo successo in ordine di tempo per il cantante di Santa Clara, è il medley “Teorema/Sin treguas”, in cui Mario, insieme al ballerino Roly Maden in veste di rapper, rivisita il classico di Marco Ferradini, mischiandolo con un suo nuovo brano in un arrangiamento di Salsa con Hip Hop.

Categorie: Musica latina , Letteratura
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icon date 14:50:09 | icon author Dario Aspesani
6 dicembre 2006

 

                                     A CURA DI DARIO ASPESANI

 

Bola de Nieve al secolo Ignacio Villa, uno dei più grandi artisti di sempre del panorama musicale cubano. Pianista, compositore divertito, cantero, omosessuale (in una Cuba arcaica dove l’omosessualità era un grave oltraggio al pudore), pre rivoluzionario, negro ecc.ecc. Su di lui tutti hanno parlato e tutto lo hanno inserito in una apposita categoria sociale e artistica.

 

Nasce a Guanabacoa Cuba l’11 settembre del 1911.Secondo me resta riduttivo parlare di questo artista in questi termini. Bola de Nieve (il soprannome era dovuto alla testa completamente calva) era l’uomo del conubium sempre e comunque. Quando suonava i classici son-pregon dell’epoca tipo “El manisero” il pezzo diventava una sorta di “avanspettacolo” con sprazzi cabarettistici. Quando voleva beffeggiare, imitava chiunque, grazie anche, alla sua voce versatile, quando doveva scrivere lo faceva in maniera egregia.

 

Uomo di colore, si; ma degno di esserlo. Depositario della cultura popolare creola, noto cantero, odiava gli schemi analitici e cercava con la sua indole di vedere il mondo “alla sua maniera”.

 

Il primo disco che produsse ebbe una rapida produzione perché si interposero alcuni amici che cercavano di farlo emergere.

 

Nel 1933 accompagnò al piano Rita Montaner in una tournee in Messico, e cominciò ad essere conosciuto anche fuori dalla “Isla grande”.

 

Bola cantava indistintamente in Spagnolo, Francese, Portoghese ed Italiano!

 

Ricordo la sua partecipazione in un film degli anni ‘40 cubano (che per ovvi motivi l’ho visto l’anno scorso), dove, Bola era seduto al piano e l’orchestra su  richiesta di una cliente intonò “El Manisero” di Moses Simons. Seguì un duetto con la protagonista del film. Una scena bellissima che troppa gente si è persa.

 

Oggi giorno, Bola resta un autentico sconosciuto. Chiaramente è ancora vezzeggiato dagli addetti ai lavori di mezzo mondo, comunque, pubblico di “nicchia”.

 

Fu abile precursone di tanti generi musicali cubani. Il Feeling (nota corrente romantica) ed alcune tipologie di musiche tradicional. Dal sucu sucu “Mama Ines” di Eliseo Grenet trasformata in una sorta di Pregon/guaracha a “Babalù” di Margarita Lecuona trasformata in una sorta di swing jazz, con l’aggiunta di idiomi del tutto personali ed una interpretazione alquanto “singolare”.

 

Precursore degli chansonier Francesi per via delle sue interpretazioni raffinate e fortemente sentite.

 

….”babalù aye babalù aye, dame un poco de tabaco mi gente, dame un poco de dinero”…

 

 Tra i suoi ammiratori dell’epoca da annoverare il poeta Pablo Neruda ed altri scrittori sud americani.

 

Questo artista, ha sempre attratto intellettuali ed una stretta categoria di musicisti. Mai le masse, troppo impegnate ad altro, troppo sofferenti verso la peculiarità, troppo inibite per guardare oltre…oltre all’uomo, oltre al musicista, oltre alla musica, oltre alla sua musica.

 

Nel 2003 uno spagnolo, un tale Pablo Villaseñor, ha posto in essere un film/documentario proprio su questo personaggio della durata di 75”. Chiaramente la pellicola in Italia è quasi introvabile.

 

Bola de Nieve si spegne definitivamente il 2 ottobre 1971 a Città del Messico. E’ sepolto nella sua città natale di Guanabacoa.

 

 

 

Brani consigliati:

 

 

 

Babalù, Margarita Lecuona 

 

Drume Negrita, Eliseo Grenet

 

Ay Mama Ines, Eliseo Grenet

 

El Manicero, Moises Simons

 

Manda Conmigo papè, Ignacio Villa

 

Drumi Mobilia, Ignacio Villa

 

 

 

 

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icon date 19:34:32 | icon author Dario Aspesani
5 dicembre 2006

                                                                                    A CURA DI SERGIO ACCORONA

La Santeria Cubana, nasce in Africa, soprattutto dentro la cultura delle tribù che avevano come idioma comune la lingua "Yoruba", in Nigeria. Con la tratta degli chiavi il culto della Santeria è rimasto vivo, nonostante la dominazione spagnola imponesse la fede cattolica. Tramite un abile identificazione degli Orisha con i santi cattolici, gli schiavi sono riusciti a continuare le loro cerimonie, ingannando i padroni, così Santa Barbara si fonde con Changò , signore del fuoco e del fulmine, San Lazzaro, con Babalù Ayé, entrambi divinita' dei lebbrosi e delle malattie della pelle, e cosi' via. Gli "Orisha", i 'santi' , sono divinità immateriali che dimorano nei vari elementi naturali (acqua, terra, sole, vento...) sono stati esseri umani che possedevano l'Aché (la grazia) donatagli dai loro discendenti e per questo sono ascesi tra le divinità. Si rendono percettibili agli esseri umani solo prendendo possesso di uno di loro.

Sono frequenti gli stati di trance al ritmo dei tamburi "Batà", strumenti sacri per le cerimonie, durante le "messe spirituali" o le feste in onore del santo. Nella Santeria sono presenti il culto della natura attraverso i regni vegetale, animale e minerale e il dialogo con le forze sovrannaturali che avviene in maniera diretta o indiretta, tramite conchiglie, tamburi e altri oggetti o l'utilizzo di candele, noci di cocco, acqua e fumo di tabacco, come ulteriori veicoli di comunicazione e di purificazione. Le divinità sono simili alle figure del pantheon greco, con vizi e difetti tipici degli uomini. Ciascuna di loro ha diverse preferenze, dal cibo ai colori che gli appartengono; dalle danze alle parti del corpo e della forza naturale che domina.
L'idea suprema del Dio è rappresentata da Olofin, che si presenta sempre assieme a Olordumare, e la fusione dei due rappresenta l'idea del cielo e della terra. Tra loro e gli uomini gli intermediari sono gli altri santi, che, a loro volta, necessitano spesso della mediazione di Obatalà, il santo vestito di bianco che protegge l'eledà, la mente, la testa. Tra gli Orisha più amati a Cuba, oltre a Obatalà, ci sono Elegguà, spesso nominato dai cantanti cubani e non, vestito in rosso e nero, che può essere bimbo o vecchio e va servito e onorato per primo perché altrimenti chiude le strade, anziché aprirle, Changò, macho e sensuale, grande donnaiolo, e amante della musica; Ochun vestita di giallo, bella e vezzosa, quasi la Venere del panteon, sincretizzata con la Virgin de la caridad del Cobre, patrona di Cuba; Yemayà, divinità del mare e della nascita, sincretizzata con la Virgin de regla, Babalù Ayé il vecchio vestito di sacco che si trascina con le stampelle sincretizzato con San Lazzaro, a cui è deidaca una grandiosa festa con processione il 17 dicembre alla periferia dell'Havana. Ovviamente ce ne sono tanti altri, ma questi sono tra i più amati dai cubani. Chi, sulla terra, canalizza messaggi, energie, consigli, sono i "santeros" e i "babalawos".

Saper ballare comprende anche la scelta di determinati stili. Ultimamente tra i giovani impazza la moda della Santeria, danza RITUALE, di cui sopra è riportata una sintetica spiegazione delle origini. Proprio cosi', danza RITUALE. Quando effettuate questi movimenti state evocando, ringraziando, una delle divinità sopra citate, che voi ci crediate o meno, state comunque offendendo chi ci crede, state bestemmiando in un'altra lingua, una lingua che non vi appartiene, ma non per questo non degna di rispetto. Se volete osservare un modello di reazione a questo tipo di "oltraggio", provate a bestemmiare apertamente davanti ad un cattolico praticante e fermamente convinto delle sue idee, oppure a mettere in dubbio il profeta Maometto e il corano in presenza di un musulmano. . Se dopo tutto questo siete ancora convinti che sia il caso di praticare Santeria ci inoltriamo nella maleducazione e con i maleducati, si sa, non c'è tempo da perdere.

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icon date 20:13:56 | icon author Dario Aspesani


  PAMPERO -IL RUM PIU’ BEVUTO NEI PEGGIORI BAR DI CARACAS – EL RITUAL

                                                                                A CURA DI DARIO ASPESANI

Il Rum Papero è stato prodotto la prima volta nel 1938 dai figli di Alejandro Hernandez (gli Hernandez Sons). Questi “bravi Ragazzi”, introdussero un nuovo procedimento di distillazione allora sconosciuto in tutto il Venezuela.  Innanzi tutto la selezione delle canne da zucchero utilizzate era severissima. La raccolta della “caña” era effettuata esclusivamente nella stagione secca. All’alcool di primissima qualità si aggiungeva un’acqua particolare della locale zona“carbonero spring” creando così una miscela unica.


Oggi giorno il Pampero è una sorta di istituzione in Venezuela e in tutto il sud-america. È considerato il Rum standard tanto chè il governo venezuelano, lo ha accreditato con il termine “anejo” sia per l’invecchiamento che per la qualità.
 

Ho notato una cosa molto importante: a differenza di altri Rum il Pampero che si trova in Italia ha la stessa qualità di quello che si trova in sud america. Il motivo è semplice: mentre la Bacardi e l’Havana  Club fanno produrre ed imbottigliare il loro Rum dai paesi consumatori la Pampero invia direttamente le botti vere e proprie e fa effettuare il solo imbottigliamento nel paese consumatore.

Questo è il motivo per cui l’Havana Club che si beve a Cuba è diverso da quello che beviamo in Italia ed  è questo lo stesso motivo per cui il Pampero che beviamo in Italia è identico a quello che si beve magari in Venezuela.

 

EL RITUAL.

 

Per trascorrere una serata diversa procuratevi: Pampero, limone o lime (tagliati a fettine), caffe macinato e zucchero di canna.

Prendete la fettina di limone/lime e “inzuppatela” prima nel caffè poi nello zucchero di canna e mangiate, nel frattempo, (a bocca piena) cominciate a bere il Pampero.

L’effetto è incredibile! La gradazione alcolica non si sentirà e il tutto avrà uno strano retrogusto di cioccolato.

Al terzo ritual sarete cotti!!!

 Se non amate il caffè o lo zucchero c’è sempre la variante Pampero e pera.

Specifica: due bicchierini uno di pampero e l’altro di pera.

Fate fuori subito il bicchiere di succo di pera e a seguire quello di Pampero. La gradazione alcolica non si noterà più di tanto perché il succo di pera avrà preparato la vostra bocca.

CITAZIONE (Fiorello-Minà) Evviva Cubbba Evviva il Pampero!


Categorie: Vini e Birre
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icon date 00:54:03 | icon author Dario Aspesani
4 dicembre 2006

                                   A CURA DI DARIO ASPESANI

 

Ebbene sì, Hugo Chavez (presidente uscente della Repubblica Venezuelana) è stato rieletto con una larghissima maggioranza. Governerà fino al 2013 ( a meno che qualche golpista sponsorizzato dagli states non lo deporrà).

Ricordo che Chavez ha subito un "golpe" già nel 2001 e gli autori di tale atto sono tutti rifugiati negli stati uniti!

Penso che il nuovo presidente Cubano, Raul Castro, tirerà un sospiro di sollievo. Il Venezuela è uno dei pochi paesi cha ancora collabora commercialmente con Cuba.

Il venezuela è il secondo produttore al mondo di petrolio, e grazie alle infrastrutture venezuelane, Cuba riesce ad avere la raffinazione e l'estrazione degli idrocarburi provenienti dal proprio territorio.

Categorie: Politica estera
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icon date 17:13:59 | icon author Dario Aspesani
3 dicembre 2006
A cura di Beppe Grillo  www.beppegrillo.it

Il diritto acquisito quando è acquisito in Italia lo è per sempre. Non si molla più. E’ una rendita a vita. Bersani parla (parla e basta) di liberalizzazioni. Io parlerei di guerra di liberazione. Il cittadino italiano vive in un immenso campo di concentramento. Al posto del filo spinato c’è la prevalenza dell’acquisito. L’acquisito è riconoscibile dall’arroganza nel difendere i suoi diritti acquisiti. Nell’essere monopolio o corporazione. Nel pretendere di essere pagato senza dare servizi. I primi acquisiti sono i politici, ormai ben saldi nella loro impunità corporativa.
C’era una volta lo ius primae noctis. Si esercitava per una notte e solo su un membro della famiglia. Oggi gli acquisiti fot..no tutto l’anno senza distinzioni sessuali o di parentela. I politici sono solo la punta dell’iceberg. Quella su cui è seduta la democrazia. Ci sono anche gli altri. La parte acquisita del Paese. I monopolisti, i cartelli, le municipalizzate, i distributori, i supermercati, i notai, tutti gli ordini professionali, i pensionati con vent’anni di contributi e i pensionati d’oro e d’argento, i manager pubblici con milioni di euro di buonuscita, i prescritti per legge. Il diritto acquisito vale anche per l’illegalità. Per chi non rilascia lo scontrino, la fattura. Per chi non paga le tasse. Il posteggiatore abusivo. Il pizzo. La tangente. Tutto alla luce del sole. Tutto impunito. Tutto acquisito.
Gli acquisiti vivono grazie ai non acquisiti. E ai non acquisiti le palle cominciano ovviamente a girare. Iniziano a capire che l’informazione omertosa degli acquisiti è un’informazione acquisita. I non acquisiti stanno aumentando. E questo rappresenta un pericolo per il Sistema. Che non è confinato alla Campania come scrive Saviano in “Gomorra”. E’ un SISTEMA NAZIONALE. Una lotteria in cui gli acquisiti vincono sempre.
Ci sono alcuni milioni di giovani. Sono diplomati e laureati. Alcuni plurilaureati. Alcuni con un master. Sono tutti precari. Sono gli schiavi moderni che mantengono in piedi questo sistema fatiscente. Non hanno rappresentanza politica. E’ tutta già acquisita. La miccia è accesa. Non sentite odore di zolfo?
Categorie: Politica estera
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icon date 02:30:11 | icon author Dario Aspesani
2 dicembre 2006
              A CURA DI DARIO ASPESANI


Mi ricollego ad un piccolo post di cui parlavamo su salsa.it  con inerenza ai due stili nel titolo.

La confusione può avere un suo ordine (come diceva Kandinsky) però bisogna essere chiari.
Trovo sempre più spesso il termine rumba associato a tutt'altra cosa.
Sono d'accordo che ogni paese "battezza" tutto a modo suo però bisognerebbe mettere dei "paletti" ben saldi.


Mi sono stancato di veder ballare gente BOLERO e chiamarlo RUMBA.
Mi sono stancato di vedere ballare gente RUMBA pensando sia un bolero o addirittura una Beguine!

La rumba è uno dei generi tradicional cubani che vanta oltre un secolo di attività. Il Bolero è un altro genere, sempre di origine caraibica, che, è leggermente più giovane della Rumba.

Bene, ora romperò un pò i "cosiddetti" perchè bisogna entrare nel tecnico per dare una risposta.
La rumba con le sue sottodivisioni (yambù, guaguanco ecc.) è un ritmo di 4/4 con velocità variabili formato da una base di Clave nera sul 2-3, eventuale martillo di Bongò, ritmiche batà, chekere sull' uno ecc.

E' un ballo quasi esclusivamente basato sulle percussioni perchè è di chiara origine africana. E' un genere chiaramente religioso, (Es. Ogni tamburo batà ha una propria ritmica. Ogni tamburo batà ha una ritmica rivolta ad una divinità apposita). (Chano Pozo ne sapeva qualcosa ed accorpando le tre ritmiche fece imbizzarrire molti batanceri).
L'accompagnamente spesso non esiste, se c'è di solito si sente un leggero arpeggio di Tres o di Loud Cubano.
Raramente troviamo il contrabbasso e mai il piano. In altri casi si potrebbe trovare una tromba solista senza altri strumenti accompagnanti. I cori sono fondamentali, sopratutto durante le invocazioni alle divinità e così via.


 





Il BOLERO è un 4/4 nudo e puro. Le maracas battono l'ottava e si possono trovare anche dei bongò, sopratutto per i passaggi e per l'accompagnamento.
Il testo di solito riguarda l'amore ed il corteggiamento. E' considerato lo stile di musica più "pasional" dei caraibi. Si balla come il son (sul 2) ma i movimenti sono più lenti e gradevoli. Lo scopo di questo ballo è chiaramente il corteggiamento.


Pertanto ora stimiamo le differenze:

Rumba: testi religiosi (santeria), prevalenza dell'accompagnamento ritmico, poca melodia di base. Ritmo abbastanza sostenuto.

Bolero: testo amoroso, accompagnamento strumentale quasi completo, ritmica semplice e cadenzata (molto più simile alla musica internazionale).

Purtroppo l'incompetenza di troppa gente porta a confondere le due cose. (capita anche ai programmatori delle tastiere e dei campionatori audio, ma, anche ai maestri di ballo che di solito prima di insegnare i balli latini facevano altro).
Purtroppo per insegnare con coscienza si deve affrontare uno studio dettagliato della musica altrimenti si finisce nell'equivoco. Poi, se uno ama il pressappochismo è un altro discorso...

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icon date 16:49:56 | icon author Dario Aspesani
1 dicembre 2006

              A CURA DELLA REDAZIONE DI CARIBE WEEK END (www.caribeweekend.com)

Si parte dalla Catalogna, si segue il litorale francese attraversando villaggi di pescatori, comunità agricole e terre selvagge, dove cavalli bianchi corrono liberi per la brughiera e dove si allevano tori neri da combattimento.
Siamo vicini alle antiche città di Perpignan, Montpelier e Arles.
Quest’area fertile che si affaccia sul mediterraneo, sulla quale si sono svolte tante battaglie attraverso i millenni, sede di acquedotti e anfiteatri romani, che ha ospitato personaggi del calibro di Cezanne, Van Gogh e Gauguin e a lungo rinomata per i vini pregiati e la barbarie delle sue genti è oggi celebrata come la patria dei Gipsy Kings.
I Gipsy Kings sono estremamente famosi e grandi in Brasile, molto popolari in persia, onorati ad Alamo in Texas e celebrati in Cina. Tutto questo successo è stato realizzato senza l’aiuto di video trasmessi su MTV, reality show, fidanzate famose e cattivo comportamento. Un pubblico internazionale conquistato solamente dalla musica, che ha accolto favorevolmente lo spirito dei suoi creatori. Questo non è un successo ordinario. I Gipsy Kings sono straordinari musicisti, suonare la chitarra e cantare è quello che hanno fatto da sempre i loro padri, i loro nonni e gli antenati. La musica dei Gipsy Kings è comunione, sono artisti radicati nel passato, ma proiettati nel futuro.

Il gruppo si forma ad Arles, villaggio nel sud della Francia, negli anni '70, dall’unione di due gruppi di fratelli: Nicolas, Canut, Paul, Patchai e Andre Reyes, figli della leggenda del flamenco Jose Reyes, accolgono nei Los Reyes i loro cugini Tonino, Diego, Paco, Jacques e Maurice Baliardos, a loro volta nipoti del chitarrista Manitas de Plata. L'intento è quello di suonare a matrimoni, feste, oppure semplicemente per la strada: questa vita da zingari porta al nuovo nome Gipsy Kings.

José Reyes, cantante insieme al chitarrista Manitas De Plata, ha fatto molto per diffondere il Flamenco internazionalmente, John Steinbeck, Charlie Chaplin, Pablo Picasso, Miles Davis e Salvador Dali erano fra gli ammiratori del gruppo. La Morte di José a devastato i suoi figli, ma ha condotto ad un incontro casuale con i Baliardos al pellegrinaggio Gitano di St, Marie de la Mer. In quella calda notte, si sono passati le chitarre, hanno condiviso le canzoni e il vino e la storia ha preso il via.

Inizialmente i Reyes e i Baliardos hanno lavorato per le strade di Cannes, suonavano ai matrimoni e alle feste, erano dei giovani musicisti che fondevano il Flamenco con la musica pop anglosassone e i ritmi latini. Quando un ammiratore americano disse che il nome della loro band “Los Reyes”, in inglese significava “The Kings” , “I Re”, essi capirono che erano nati per essere i Gipsy Kings, “I Re Gitani”.

Entrati nel giro dei locali di St. Tropez come attrazione folkloristica, vengono notati nel 1986 dal produttore Claude Martinez, che li spinge a combinare il loro flamenco con elementi di musica pop, e ritmi di rumba sud americana, creando La Rumba Gitana. Nel 1987, l'enorme successo nazionale dei singoli "Djobi Djoba" e "Bamboleo" pubblicati da un'etichetta indipendente, gli dà ragione. Il gruppo firma un contratto con la Sony, incide il suo album di debutto omonimo, e ripete il successo anche nel resto d'Europa, persino nella inconquistabile Inghilterra. Nel 1989 diventano popolari anche in America, dove restano stabilmente in classifica per 40 settimane con il loro album di debutto omonimo “Gipsy Kings”, diventando dico d’oro, una cosa molto rara per canzoni con testi non in Inglese.
Nel gennaio 1989 i Gipsy Kings declinarono cortesemente l’invito a suonare al gala di inaugurazione della presidenza di George Bush alla Casa Bianca perché volevano stare un po’ con le loro famiglie. L’aprile successivo si esibirono alla Royal Albert Hall. Alla principessa Diana non fu concesso di assistere al concerto, ma molte superstar accorsero, George Michael non fece segreto dalla sua passione per il gruppo, Elton John prenotò due file intere, Joan Baez li invitò in studio per re-incidere una delle sue canzoni e anche Eric Clapton, impressionato dalla bravura di Tonino Baliardo, si recò nel back-stage per complimentarsi personalmente.
I Gipsy Kings con la tipica audacia di chi non ha mai dovuto imparare, mescolano stili e generi con grande gioia. Oltre alle influenze arabe e latino-americane, sono stati aggiunti alla miscela del sound della band anche un po’ di Rock e un po’ di Rai. I fondamentalisti del flamenco protestano, i guru dello show business ridacchiano e si girano dall’altra parte, poteva essere una storia dal respiro corto, se la gente non avesse chiesto a questi gitani di ascoltare quello che avevano da dire. Con la loro formula, che poggia sulla brillante chitarra di Tonino Baliardo e sulla inconfondibile voce di Nicolas Reyes, i Gipsy Kings rivestono del proprio stile persino canzoni conosciutissime come “Hotel California” e “Nel blu dipinto di blu”, facendole sembrare ballate tradizionali della regione Sevigliana, tutto molto commerciale, ma in qualche modo anche affascinante e genuinamente “popolare”.
“Mosaique”, il secondo album dei Gipsy Kings, conferma il loro acuto senso della melodia. E’ diventato disco d’oro nel giorno della sua uscita nel Regno Unito , a dimostrazione che l’entusiasmo intorno a questo gruppo non era un fuoco di paglia. Nonostante un membro del gruppo se ne fosse andato loro continuarono a marciare a pieno regime. Si susseguono “Este mundo” nel 1991, un album dal vivo nel 1992, “Love & Liberté” nel 1993 e nel 1994 “Greatest Hits” che vende più di 3 milioni di copie. Una recensione sul New York Post di “Greatest Hits” descrive così il grande appeal che la band ha : “il magnetismo dei Gipsy Kings trascende le barriere etniche, con un seguito ispano/anglo/nero unito dal desiderio di ballare. E’ musica emozionale che trasmette rabbia, disperazione e gioia pura con la stessa intensità.”
Nel 1995 i Gipsy Kings con l’album “Estrella” hanno voluto tornare alle proprie radici artistiche e culturali, facendo un tributo al popolo gitano anche attraverso un documentario, “Tierra Gitana”, che è stato trasmesso negli USA e in Europa. Oggi i Gipsy Kings vivono con le loro famiglie nel sud della Francia, la vita è cambiata per loro, non si spostano più per strada per seguire le vie dei raccolti quando ci sono periodi duri, e non viaggiano più in carovana, ma nel cuore rimangono “Gipsies”, discendenti fieri di una stirpe che ha sedotto il mondo con la musica e il ballo. Il 22 Settembre 2006, è uscito il nuovo album, si intitola “Pasajero”, ed è stato prodotto da Philippe Eidel. Il gruppo ritorna con questa prova a quel sound acustico che accompagnava i raduni gitani nel sud della Francia, attraverso ritmi gitani che si alternano al fascino della rumba e a momenti in stile dance.
Il singolo "La Vida de Gipsy" è una riflessione su cosa significhi essere un gitano del ventunesimo secolo.

Categorie: Musica latina , Letteratura
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icon date 12:33:00 | icon author Dario Aspesani
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