26 dicembre 2006
   A CURA DI DARIO ASPESANI

James Brown, 73 anni, è morto nella notte di Natale all'Emory Crawford Long Hospital di Atlanta dove, colpito da polmonite, era stato ricoverato il 24 dicembre.
L’agente di Brown, Frank Copsidas, ha precisato che le cause del decesso sono ancora da appurare. Nelle ultime settimane aveva cancellato varie date del suo ormai ultimo tour, ma ancora due giorni fa parlava di tornare sul palcoscenico il 27.
Nato in una povera baracca rurale del South Carolina, dopo un’infanzia difficile e avventurosa prese a occuparsi di musica negli anni Quaranta.
Appassionato di Gospel sin da bambino - erano le musiche che ascoltava in chiesa - Brown si dedicò in particolare allo Swing e soprattutto al Rhythm & Blues.

È stato, in particolare, negli anni 70, la stella della musica nera statunitense. Negli anni Ottanta era anche divenuto un volto cinematografico, interpretando il ruolo del predicatore nei Blues Brothers e cantando una delle sue canzoni più note Living in America nel film Rocky IV. Alla metà degli anni '50, aveva fondato la sua prima band The Famous Flames e da allora si è dedicato completamente alla musica blues, gospel e swing. Tra i suoi successi, oltre che Living in America, Please, Please, Please e I´m Black and I´m Proud.
James Joseph Brown, conosciuto anche come "Mr. Dynamite", ha inciso più di cinquanta album venduti in milioni di esemplari. Nato in Carolina del Sud da genitori poveri, non ha mai voluto rivelare la sua data di nascita, che oscilla tra il 1928 e il 1933. Fa il raccoglitore di cotone e il lustrascarpe ad Augusta, in Georgia. La prima condanna è a 16 anni, per furto. Ne seguiranno molte altre, anche in anni recenti. In prigione incontra Bobby Byrd ed entra nel suo gruppo gospel per poi associarsi, nel 1952, agli "Starlighters", che diventano i "James Brown and the Famous Flames". Col gruppo ralizza due album Please, Please, Please e Try Me. Nel 1962 registra un disco live all´Apollo di New York: sarà un enorme successo. Nel 1970 raggiunge forse il punto massimo della sua cariera con Sex Machine. I "Blues Brothers" lo chiamano a lavorare nel loro film, dove fa il predicatore e nel 1986 con Rocky IV trionfa il suo Living In America. In tutti questi anni alterna periodi di disintossicazione dalla droga, momenti di creatività e periodi di prigione: traffico di droga, lesioni, evasione, violenza coniugale. Nel 1988 è condannato a sei anni di prigione per aver aggredito dei poliziotti.
Impegnato anche sul fronte politico e sociale - ha condotto diverse campagne per l'educazione dei bambini poveri e si è schierato in molte controversie per i diritti politici e civili - Brown recentemente era stato in prima fila nella battaglia per salvare dalla lapidazione Amina Lawal, la donna nigeriana condannata a morte per aver avuto una figlia senza essere sposata.













descansa en paz.
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icon date 04:01:37 | icon author Dario Aspesani
26 December 2006 17:46:30
Ho avuto il piacere di vedere il Grande James in concerto in Italia ben due volte e devo dire che era un uomo che sul palco dava tutto se stesso. Mi ha dato molto dispiacere sapere della sua morte, lo sò, ha avuto una vita travagliata e "sul filo", è finito diverse volte in carcere, però, è sempre riuscito a far percepire i suoi messaggi al grande pubblico, che lo ha sempre amato e continuerà a farlo adesso che è scomparso...



Gianluca Vementi
commento inviato da Giak
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